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Superbike, round Thailandia 2017: Rea e Kawasaki favoriti, ma occhio a Davies. Melandri saprà essere della partita?

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Il Mondiale Superbike 2017, dopo la consueta apertura disputata in Australia, fa tappa nel sud-est asiatico, in Thailandia, presso il Chang International Circuit. Si tratta di una trasferta molto recente per la categoria, in quanto prevista dal calendario a partire dall’edizione 2015, con dunque una storia giovane alle spalle. Guardando i pochi precedenti, tuttavia, è facile individuare i favoriti in vista del fine settimana di gare, ed un’altra volta ancora non si può che dirigersi verso il binomio Jonathan Rea-Kawasaki. Il due volte campione del mondo ha infatti vinto tre delle quattro manche fin qui disputate sul circuito asiatico, dominando in particolare nel 2015, laddove inflisse distacchi importanti ai suoi diretti avversari. L’egemonia di Rea in Thailandia è stata solo parzialmente interrotta da Tom Sykes nella passata stagione, quando il pilota inglese è riuscito ad aggiudicarsi gara-2 in volata proprio sul suo compagno di team. Il campione del mondo 2013 è chiamato quantomeno a ripetersi, se non vorrà già da ora iniziare ad accusare un ritardo di punti importante in classifica generale da Rea.

Ducati, stante la crescita dimostrata nell’ultimo biennio, sembra avere finalmente le carte in regola per poter interrompere il dominio Kawasaki in Thailandia. Nelle due precedenti edizioni Chaz Davies, sempre capace di fare gara di testa, aveva pagato soprattutto la minore potenza del motore della Panigale rispetto a quello della concorrenza nipponica, non riuscendo ad attaccare in maniera incisiva Rea e Sykes oppure commettendo errori importanti nelle parti guidate, provando a stare con loro e recuperare il gap accumulato nei lunghi rettilinei presenti sul tracciato di Buriram. Sotto questo aspetto la moto italiana è ormai quasi al livello della rivale Kawasaki, e dunque non ci sarebbe da sorprendersi nel vedere un Davies capace di inserirsi pienamente nella lotta per il successo. Incognita maggiore è invece Marco Melandri. L’italiano ha dimostrato, a Phillip Island, di essere all’altezza dei migliori in quanto a velocità, palesando ancora qualche ruggine in fase di corpo a corpo con gli avversari. Il punto interrogativo più grande sta nella capacità di adattarsi ad una pista che il ravennate non conosce, non avendoci mai corso.

Dietro al consueto duo Kawasaki-Ducati, sembra davvero difficile poter indicare con certezza piloti (e case) in grado di potersi inserire in maniera convincente, rompendo le uova nel paniere alle due marche succitate. Se si deve fare un nome, visto anche il brillante debutto messo in pista in Australia, attenzione alla coppia Alex Lowes-Yamaha, con l’inglese sempre capace di andare piuttosto forte su questo circuito, facendo siglare anche un podio nel 2015, laddove correva in rappresentanza di Suzuki. Da non scartare a priori nemmeno la candidatura del suo compagno di team, l’olandese Michael Van Der Mark, che nella scorsa edizione ha realizzato la sua unica pole in carriera in Superbike, finendo sul podio in gara-1 (3°).

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Foto: Fabio Bosi

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