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Sci Alpino

Sci alpino, Coppa del Mondo 2016/2017: Peter Fill campione di regolarità, seconda sfera di cristallo per la storia

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Come un anno fa, Peter Fill chiude la stagione di Coppa del Mondo con uno dei trofei più ambiti per uno sciatore: la sfera di cristallo di discesa libera. A trentaquattro anni, l’atleta di Bressanone sta infatti vivendo le sue migliori stagioni all’insegna della continuità, come dimostra questo successo che scrive una nuova pagina di storia: conquistare una Coppa senza vincere gare nella disciplina in questione, ma con ben cinque podi ed un quarto posto all’attivo.

Con le prestazioni sulla pista, Fill ha dunque messo a tacere i (pochi, a dire il vero) detrattori, che attribuivano la sua vittoria dello scorso anno all’infortunio del norvegese Aksel Lund Svindal: è vero, lo scandinavo sembrava involato verso la conquista della Coppa di discesa, ma gli infortuni hanno spesso segnato la storia dello sci, e Fill è stato bravo ad approfittarne. Questa volta, invece, l’azzurro ha condotto la classifica già nella prima parte della stagione, cedendo poi il pettorale rosso prima al compagno di squadra Dominik Paris e poi al norvegese Kjetil Jansrud, per poi riprenderselo all’ultima gara.

Dopo essere diventato il primo azzurro in assoluto a vincere la sfera di cristallo di discesa, Fill diventa anche il terzo italiano di sempre, dopo due fuoriclasse assoluti come Gustav Thöni ed Alberto Tomba, a confermarsi campione in una classifica di specialità, anche se il record assoluto resta del mitico Gustavo, che riuscì a vincere la Coppa di gigante per ben tre anni consecutivi dal 1970 al 1972.

Riassumendo, dunque, Fill vanta oggi due Coppe del Mondo di discesa, tre vittorie e venti podi nel massimo circuito. In carriera ha anche conquistato un argento ed un bronzo ai Mondiali, mentre l’unico vuoto nel suo palmarès è rappresentato dall’assenza di medaglie olimpiche: appuntamento, dunque, a Pyeongchang 2018.

giulio.chinappi@oasport.it

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Immagine: Tanaka – Pentaphoto

10 Commenti

10 Comments

  1. Luca46

    21 Marzo 2017 at 21:11

    Giulio io intendevo dire che la polivalenza può essere utile nell’essere competitivo su diversi pendii e diversi tipi di neve. In un certo qual modo allena l’atleta ad affrontare situazioni diverse. Sicuramente fare la polivalenza al maschile è complicato ma può essere utile anche per la disciplina di competenza.
    Quanto alla Goggia pensi che sarà una delle pretendenti alla sfera di cristallo l’anno venturo?

    • Giulio Chinappi

      22 Marzo 2017 at 01:40

      Sicuramente, anche se il prossimo anno dovremmo avere Gut, Veith-Fenninger e magari anche Vonn al top. Quindi sarà molto difficile ripetere i risultati di quest’anno, dove oggettivamente nella velocità ci sono state molte assenze di spicco (compresa quella da non sottovalutare di Cornelia Huetter).

  2. Giulio Chinappi

    17 Marzo 2017 at 03:53

    Se intendiamo polivalente da vincere la Coppa generale, non credo. Sicuramente può ambire ad essere numero uno della velocità e difendersi nelle combinate, sempre se continueranno ad esistere anche in futuro. Per il gigante dipende da come si adatterà sui nuovi sci, che dovrebbero permettere nuovamente ai discesisti di essere competitivi come accadeva ai tempi d’oro di Svindal e Cuche, ma credo che da un punto di vista tecnico Paris non abbia i mezzi per rivaleggiare con Hirscher, Pinturault e gli altri migliori gigantisti. Facendo una grande stagione nelle due discipline veloci potrebbe comunque puntare al podio della generale come ha fatto Jansrud di recente.

    • Luca46

      18 Marzo 2017 at 11:29

      Si ma Hirscher non durerà in eterno e Pinturault è fortissimo ma non lo vedo al pari di Hirscher. Con la forza fisica di Paris può secondo me piano piano essere superlativo in velocità e conquistare punticini nelle altre discipkine.

      • Giulio Chinappi

        19 Marzo 2017 at 05:34

        Non dimentichiamo che, oltre a quelli citati, ci sono anche altri aspiranti alla Coppa generale come Kristoffersen e Kilde. Fare solo velocità non basta per vincere la generale, nella storia ci è riuscito solo Alphand ed i calendari di oggi sono favorevoli alle discipline tecniche. Inoltre è più facile per uno slalomista-gigantista fare punti pesanti in supergigante che per un discesista-supergigantista farli in gigante.

        • Luca46

          20 Marzo 2017 at 22:26

          Già. Tra l’altro nel femminile la polivalenza sta dandobi suoi frutti anche in fatto di singole discipline.

          • Giulio Chinappi

            21 Marzo 2017 at 01:42

            Al femminile è un po’ diverso, fino a pochi anni fa bisognava fare e vincere in tutte le discipline per vincere la Coppa assoluta (Vonn, Maze, Riesch, Paerson, Kostelic) e siccome il livello medio è più basso andare a punti nelle varie discipline è più facile, mentre per entrare nei 30 del gigante maschile ce ne vuole.

  3. Luca46

    15 Marzo 2017 at 20:07

    Come talento Svindal è mostruoso ma il fisico ha detto basta già da un po’. Se così non fosse Tomba starebbe ancora vincendo. Fill ha dimostrato di essere il discesista più forte. La mancata vittoria è abbastanza ingenerosa e casuale. Dopo la prima discesa di Kiftviell andata malissimo e dove tutto sembrava perso essendocene un altra il giorno dopo Fill ha dimostrato non solo di essere un campione ma di aver raggiunto la maturità necessaria per dimostrarlo. Fill ha messo giù in seguito due prestazioni superlative mentre Jansrud ha pagato la pressione e forse il fatto che non su tutte le pista si esprime al meglio. Quello che non capisco è Paris che ha i numeri per essere nettamente il migliore ed invece non riesce a dimostrarlo. Qualcosa mi sembra si sia inceppato nella sua crescita dalla quale mi aspettavo di vederlo con costanza su livelli più alti. Se pensiamo che Fill in carriera ha vinto 3 volte mentre Paris 9 e se pensiamo che Paris ha vinto per ben 3 volte a Kitzbuhel mentre le restanti 6 sono avvenute in piste una diversa dall’altra mi sembra che alla fine dei conti qualcosa non torni in casa Paris.
    Giulio mi piacerebbe avere il tuo parere.

    • Giulio Chinappi

      16 Marzo 2017 at 17:54

      Dominik Paris ha innanzi tutto una dote innata, cioè quella di un fisico perfetto per un discesista. Il suo talento è indubbio e forse non si è ancora espresso al massimo nell’arco di una stagione completa, ma non dimentichiamo che Paris ha 27 anni, e che nella velocità si sta sempre più affermando la regola della longevità e dell’esperienza che premiano: lo stesso Peter Fill ne è una dimostrazione, visto che sta vivendo le sue migliori stagioni ben oltre i trent’anni; Didier Cuche aveva vinto una sola discesa all’età di Paris, mentre a fine carriera ne aveva vinte 12, con 21 successi in totale; Erik Guay ha vinto l’oro mondiale in supergigante a 35 anni, Beat Feuz ha vinto quello di discesa a 30. Tolto Matthias Mayer, che ha due anni in meno, Paris resta ancora un “giovane” nell’ambito dei discesisti di prima fascia. Quindi il meglio potrebbe ancora non essere arrivato.

      • Luca46

        16 Marzo 2017 at 19:27

        Grazie per la risposta. In effetti non ci avevo pensato. Secondo te può ambire a diventare polivalente?

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