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Formula 1

F1, Test 2017 Barcellona, Analisi quarta giornata: Raikkonen stacca tutti, la Mercedes si nasconde, Red Bull e McLaren ancora con problemi

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Si è chiusa anche la seconda settimana di test F1 di Barcellona e al comando, ancora una volta, troviamo una Ferrari. Oggi è Kimi Raikkonen a guidare la classifica generale e lo fa con il miglior tempo di tutte le otto sessioni. Dietro al finlandese troviamo un redivivo Carlos Sainz con la Toro Rosso, le solite sornione Mercedes e un buon Verstappen. In fondo alla classifica come sempre Sauber e McLaren, che preoccupano parecchio. Force India, Haas e Renault hanno badato al sodo.

Per Kimi Raikkonen la giornata poteva essere trionfale. Record in mattinata con un incredibile 1:18.643 ottenuto addirittura con le SuperSoft. Una conferma ulteriore che la nuova SF70H sappia spingere anche sul giro secco (uno dei talloni d’Achille degli ultimi anni) mentre la sorpresa è il comportamento con le gomme marchiate di rosso. Fino ad oggi le SuperSoft erano state le coperture meno utilizzate dalla Ferrari ma, evidentemente, hanno dato un’ottima risposta anche loro (come Medie e Dure). Sembrava tutto perfetto, ma nel pomeriggio è arrivata la nota stonata. La vettura di Maranello ha accusato problemi elettrici che l’hanno costretta allo stop ma, nonostante questo, ha saputo sommare 111 giri per un totale di 516 chilometri. Rimane, tuttavia, il distacco abissale rifilato a tutti, ma il pensiero di una Mercedes bluffante è netto. In mattinata Raikkonen ha svolto, ancora una volta, studi accurati sull’aerodinamica al posteriore.

Alle spalle di Raikkonen troviamo il miglior Max Verstappen, tempi alla mano, di questi otto giorni. Il cronometro si è fermato sull’1:19.438 (anch’esso con le SuperSoft) mentre le tornate completate sono state 71. Segnali positivi che fanno il pari con quelli negativi, ovvero gli ennesimi problemi riscontrati nel corso del pomeriggio. La nuova RB13 nasce con la sensazione di essere delicata e con una Power Unit non ottimale. Due discriminanti non da poco.

La sorpresa di giornata è, senza dubbio, Carlos Sainz che, oltre ad aver totalizzato la bellezza di 132 giri (record di giornata) per un totale di 614 chilometri (l’equivalente di due GP di Spagna). Anche in questo caso il bicchiere non si può definire mezzo pieno, dato che il miglior tempo di giornata è stato ottenuto con una mescola di vantaggio rispetto agli altri (1:19.837) e, soprattutto, nel pomeriggio i lavori si sono interrotti in anticipo per colpa di noie alla Power Unit Renault. Campanelli d’allarme multipli per chi monta il propulsore francese.

Dove sono finite le Mercedes? In quarta posizione con Valtteri Bottas (1:19.845 con SuperSoft) e in quinta con Lewis Hamilton (1:19:850 con UltraSoft). Pochi giri per i due piloti (53 per Bottas e 54 per il tre volte Campione del Mondo, che portano il computo dei chilometri totali di queste due settimane a infrangere la soglia dei 5000) e la nettissima sensazione che oggi abbiano, addirittura più che nelle altre occasioni, voluto nascondersi. Le frecce d’argento hanno lavorato sull’assetto e in ottica gara. Il loro reale valore, al momento, non s’è ancora visto.

Se il sesto posto di Nico Hulkenberg con la Renault può rientrare nella normalità (con soli 45 giri conclusi) sfruttando le UltraSoft (1:19.885), come l’ottavo del suo compagno Joylon Palmer (1:20.205 con le UltraSoft) sorprende di più l’andamento del diciottenne Lance Stroll con la Williams. Il canadese, infatti, ha completato ben 132 giri (tutta esperienza per lui) e ha fatto segnare un interessante 1:20.335 ottenuto con le Soft. Il ragazzo cresce. Tra gli stakanovisti di giornata troviamo, e non è una novità, Sergio Perez con 128 giri totali e il tempo di 1:20.116 (UltraSoft). La sensazione è che la Force India difetti in velocità ma sia solida come sempre. Un po’ come la nuova Haas che anche oggi ha effettuato 76 giri con Romain Grosjean e ha chiuso lontanissima con 1:21.389 (UltraSoft).

Chiudiamo con il consueto tasto dolente di McLaren e Sauber. Anche oggi Fernando Alonso ha dovuto lottare con problemi di diversa natura e una vettura che lo porta ad un misero 1:21.389 (UltraSoft) a quasi 3 secondi da Raikkonen. Anche in Sauber c’è poco da ridere con 101 giri spalmati tra Markus Ericsson e Pascal Weehrlein e la consapevolezza che la competitività sia lontana anni luce.

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