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Formula 1

F1, GP Australia 2017, Analisi prove libere: la Mercedes spaventa tutti, Ferrari e Red Bull inseguono, cresce la Toro Rosso, si inceppa la Williams

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L’alba australiana regala un brusco risveglio per tutto il mondo della Formula Uno. Il grande timore di tutti s’è confermato come una amara realtà: a Barcellona la Mercedes s’è ampiamente nascosta e oggi, nella prima giornata di prove libere sul circuito di Melbourne, ha ribadito di avere un vantaggio importante e di essere la vettura da battere. Alle sue spalle sgomitano Ferrari e Red Bull, ma con un distacco notevole, quindi troviamo una lunga serie di Scuderie e piloti che, per un motivo o per un altro, non sembrano ancora al massimo del loro potenziale.

Come detto, Lewis Hamilton, più che Valtteri Bottas, ha spaventato tutta la F1. Tempi sul giro impressionanti (l’inglese ha chiuso in 1:23.620 con le UltraSoft a meno di un decimo dal record storico della pista) ottime prestazioni con tutte le mescole e, come se non bastasse, passo gara di un altro pianeta. La nuova W08 ha ripreso dove aveva lasciato la sua antenata W07: dominando. Sembra letteralmente una vettura senza difetti. C’è qualche speranza per gli avversari? Forse. Si può pensare che il tre volte Campione del Mondo abbia voluto spingere a tutta nei suoi migliori tempi (e gli indizi per dirlo ci sono tutti), mentre il secondo aspetto è il notare che, almeno in questo momento, Valtteri Bottas non appare pronto a lottare per il successo finale con il suo illustre compagno, per cui c’è spazio per Ferrari e Red Bull per puntare, quantomeno, ad una partenza dalla prima fila.

A proposito di Ferrari. Giornata a due facce per la Scuderia di Maranello. Nella FP1 ha fatto registrare problemi per Sebastian Vettel (al DRS) che lo hanno costretto a lungo ai box, mentre Kimi Raikkonen chiudeva alle spalle, anche, della Red Bull. Nel pomeriggio australiano, invece, le rosse hanno fatto passi in avanti, piazzandosi al secondo posto (con Vettel) e al quarto con il finlandese. I distacchi non sono di poco conto, ma le parole del dopo-libere, improntate alla serenità, lasciano ben sperare i tifosi ferraristi. Se, come ha detto Vettel, riusciranno a trovare il giusto bilanciamento, il gap potrebbe ridursi.

Chi ha fatto passi in avanti rispetto ai test di Barcellona è senza dubbio la Red Bull che, come tutti immaginavamo, è tornata ai suoi livelli. I problemi in terra catalana sembrano ormai alle spalle e, ad Albert Park, abbiamo visto Daniel Ricciardo e Max Verstappen molto più competitivi. Senza una uscita di pista durante la FP2 l’olandese avrebbe potuto essere più vicino alle Ferrari ma, per essere solo il venerdì, possiamo dire che come inizio non c’è male. La nuova RB13 non è pronta a vincere, questo no, ma sicuramente sarà in battaglia per le prime file e per il podio finale.

Per trovare chi ha fatto il maggiore salto in avanti rispetto ai test pre-stagionali non possiamo che segnalare la Toro Rosso che sistema Carlos Sainz in settima posizione e Daniil Kvyat in decima. Segnali di crescita importanti per la Scuderia di Faenza. Buone conferme anche per Romain Grosjean, ottavo con la sua Haas, e per Nico Hulkenberg, nono con una Renault ancora difficile da inquadrare.

Per tutti gli altri ci sono pochi sorrisi. Iniziamo dalla Force India, solo undicesima con Sergio Perez (a 1.971 di distacco) e tredicesima con Esteban Ocon (a due secondi e mezzo) che conferma che, come nei test, non ha ancora trovato la giusta velocità. Chi ha fatto il passo indietro più preoccupante, tuttavia, è la Williams con Felipe Massa solo quattordicesimo a 2.7 di distacco (ma con SuperSoft) e con un Lance Stroll che non va oltre il sedicesimo a 2.9 di ritardo. Prosegue il calvario di McLaren e Sauber che chiudono la graduatoria (dietro rimane solo Jolyon Palmer che ha distrutto la sua Renault nell’ultima curva) e che viaggiano con tre secondi di divario. Quantomeno, guardando il bicchiere mezzo pieno, per Stoffel Vandoorne e Fernando Alonso questo venerdì non ha fatto registrare problemi (e visto l’andazzo è già una vittoria) e hanno potuto totalizzare oltre 50 giri in due (cifre che facevano fatica a sommare in un giorno di test a Barcellona).

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1 Commento

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  1. SportivaMente

    24 Marzo 2017 at 15:46

    La pole dello scorso anno, sempre di Hamilton, sempre con le ultrasoft, è stata di 1.23.837 (Q3). Quest’anno, con i nuovi regolamenti – e quindi pneumatici più larghi – dovrebbero girare tutti con almeno 3 secondi (ma anche 4) in meno. Detto questo, ritengo che lo ‘spavento’ da parte della concorrenza sia pretattica, quello da parte delle testate giornalistiche (e siti web) solo un titolo a effetto. Vedremo.

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