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Baseball, verso le Olimpiadi di Tokyo 2020. Ma non sarà l’Italia del World Classic…

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Il sogno dell’Italia nel World Baseball Classic 2017 si è infranto nello spareggio perso contro il Venezuela per 4-3. Gli azzurri, come già accaduto nel 2013 (quando superarono la prima fase), hanno dimostrato di poter battere chiunque in una partita secca, reggendo egregiamente il confronto al cospetto di conclamate e ricchissime star della MLB.

La selezione tricolore era composta per la maggior parte da italo-americani militanti in MLB (pochi) o nelle Minors statunitensi (la maggior parte). Il segreto, come era già accaduto 4 anni fa, è rintracciabile proprio nella ‘fame’ di tali giocatori, desiderosi di farsi notare in questa prestigiosa competizione per dare una svolta alle rispettive carriere. Era accaduto in passato per Chris Colabello ed Antony Rizzo, quest’ultimo recente vincitore delle World Series con i Chicago Cubs, così come potrebbe ricapitare a John Andreoli, Brandon Nimmo ed altri elementi di una rosa che ha mostrato un line-up di grandissima qualità. E’ mancato qualcosa nel bullpen, vero tallone d’Achille dell’Italia negli ultimi anni, anche se AJ Morris ha sfoderato una prestazione monstre, per quanto inutile, contro il Venezuela. Nel costruire la squadra per il Classic, Mazzieri aveva contattato alcuni giocatori che avrebbero potuto realmente consentire all’Italia di puntare al titolo: pensiamo ai pitcher Rick Porcello e Adam Ottavino, passando per Mike Napoli e lo stesso Rizzo. Resta il rammarico di essere stati inseriti nel girone più difficile in assoluto e, anche in caso di passaggio del turno, l’Italia si sarebbe ritrovata di fronte Stati Uniti e Repubblica Dominicana. Chissà come sarebbe andata a finire se la selezione tricolore avesse disputato i meno competitivi gironi asiatici, dove Olanda ed Israele non solo hanno superato la prima fase, ma sono addirittura in lizza per le semifinali…

Quanto accaduto a Jalisco, ormai, è già storia. L’Italia deve volgere lo sguardo alle Olimpiadi di Tokyo 2020, dove il baseball tornerà dopo un’assenza di 12 anni. L’avventura in azzurro di Mazzieri, come era noto da mesi, è ufficialmente conclusa. Il manager toscano lascia dopo aver scritto la storia di questo sport nel Bel Paese, con due titoli europei in bacheca, il bronzo vinto nella Coppa Intercontinentale 2010 e la seconda fase raggiunta nel World Classic 2013. Il testimone passa ora a Marco Mazzotti, ex manager della Spagna che ha contribuito alla visibile crescita del baseball iberico.

I prossimi obiettivi della Nazionale saranno gli Europei del 2018 ed il Premier12 del 2019, dove con ogni probabilità si assegneranno i pass olimpici per Tokyo 2020. Alla competizione a cinque cerchi, stando alle prime indiscrezioni, dovrebbero essere presenti appena sei squadre, una per continente, più il Giappone. Staccare il biglietto sarà difficilissimo e, chiaramente, bisognerà battere l’eterna rivale Olanda.

L’Italia che proverà a qualificarsi ai Giochi dopo 16 anni (ultima apparizione ad Atene 2004) sarà una squadra completamente rivoluzionata rispetto a quella del World Classic. Salvo qualche eccezione, nel Premier12 (ed eventualmente anche alle stesse Olimpiadi, che si disputano in estate, in piena MLB) mancheranno i giocatori militanti nelle Leghe nord-americane e, dunque, bisognerà fare affidamento sugli elementi del Campionato italiano IBL, il cui livello è calato nell’ultimo biennio dopo la crescita esponenziale di inizio anni ’10. Il nuovo presidente federale Andrea Marcon, inoltre, ha già dichiarato di voler puntare quasi esclusivamente su giocatori autoctoni, rinunciando agli oriundi e pianificando un percorso in ottica 2024. Peccato che le Olimpiadi siano già nel 2020… E l’Italia dovrà fare di tutto per qualificarsi. Senza le stelle della MLB, che torneranno a farci sognare solo dal 2021, quando si svolgerà una nuova edizione del World Classic, a cui gli azzurri sono già qualificati di diritto.

federico.militello@oasport.it

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