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Superbike, Round Australia 2017: i favoriti. Sarà Jonathan Rea contro Ducati, ma attenzione a Eugene Laverty

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Il Mondiale Superbike 2017 si appresta ad iniziare nel fine settimana, quando nella nottata italiana tra Giovedì e Venerdì si svolgeranno i primi turni di prove, in programma sul circuito australiano di Phillip Island. Tale tracciato è una presenza storica nel calendario della categoria, essendo utilizzato ininterrottamente dal 1994, dopo una breve parentesi triennale ad inizio anni ’90, e funge da round di apertura della stagione a partire dal 2009. Si tratta di un circuito di difficile interpretazione, dove coraggio ed abilità nel condurre il proprio mezzo sono elementi più che mai imprescindibili per riuscire ad andare forte ed essere competitivi, ed in cui l’instabilità del meteo la fa sovente da padrone, vista la vicinanza con l’oceano che causa in maniera non infrequente repentini cambiamenti di tempo ed una maggiore intensità del vento.

Dando una occhiata ai valori in campo, emersi sia dai test-pre stagionali che dall’ultima sessione svolta all’inizio della corrente settimana, proprio sul circuito di Phillip Island, sembra difficile ipotizzare una sfida che vada al di là del confronto tra gli ufficiali Kawasaki e quelli Ducati. In particolare, Jonathan Rea parte con i gradi di favorito perché è il campione del mondo in carica, nonché per il fatto che, su 4 gare disputate in Australia a bordo della Kawasaki, ha conquistato 3 affermazioni ed un piazzamento al 2° posto come peggior risultato. A testimonianza di un feeling notevole del pilota nordirlandese, da quando ha a disposizione un mezzo in grado di farlo competere per il titolo. Decisamente meno esaltante lo storico del suo compagno di team, l’inglese Tom Sykes, che a Phillip Island ha sempre faticato ad esprimersi su livelli degni di nota, ottenendo un terzo posto nel 2012 ed un altro nel 2014 come migliori risultati.

Gli avversari più insidiosi per Rea sembrano dunque essere gli ufficiali Ducati: il gallese Chaz Davies e l’italiano Marco Melandri. I due sono andati molto forte nei test disputati pochi giorni fa, chiudendo la sessione a pochi millesimi di distanza dal bi-campione del mondo in carica. Melandri ha dei precedenti più che buoni sulla pista dell’isola, con due secondi posti come migliori risultati a cui va ad aggiungersi un 3° posto alla sua seconda gara di sempre in Superbike, disputata nel 2011 con Yamaha. Davies, che si presenta ai nastri di partenza probabilmente come il rivale più accreditato di Rea per la lotta al titolo, ha con il tracciato di Phillip Island un rapporto di vero e proprio amore ed odio: nel 2012 saltò il suo primo week-end di gara a causa di un infortunio, ma al contempo è salito tre volte sul podio negli ultimi due anni in cui si è corso in Australia, con un 2° posto in gara-1 della passata stagione come miglior risultato. Tuttavia, l’ultimo ricordo per il gallese di Ducati non è dei più esaltanti, essendo rappresentato dalla scivolata patita in gara-2, all’ultimo giro, mentre si stava giocando la vittoria di manche con Rea, che lo costrinse ad un mesto 10° posto.

E gli altri? Sembra al momento difficile poter inserire ulteriori piloti all’interno di tale contesa, stante la superiorità mostrata dai quattro succitati nei test di preparazione alla stagione 2017, e più in generale da Kawasaki e Ducati nell’ultima stagione abbondante, rispetto al resto della concorrenza. Se si potesse indicare una ulteriore coppia in grado di poter infastidire i “fantastici 4”, questa è indubbiamente rappresentata dal duo del team Milwaukee Aprilia, formato dall’italiano Lorenzo Savadori e dall’irlandese Eugene Laverty. In particolar modo quest’ultimo a Phillip Island ha saputo fare ottime cose: un 4° posto al debutto assoluto nel 2011 e due vittorie di manche, nel biennio 2013-2014, con la seconda ottenuta in sella alla modesta Suzuki vista negli ultimi anni di militanza in Superbike, giunta con quella affermazione alla sua ultima gioia nella categoria, stante il ritiro deciso a fine 2015. A testimonianza del feeling che Laverty ha con la difficile pista australiana.

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Foto: Fabio Bosi

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