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Tennis, Australian Open 2017: Andy Murray convince, Roger Federer a corrente alternata, il solito Stan Wawrinka del primo turno

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Nella giornata delle teste di serie cadute (6 tra tabellone maschile e femminile) vi era molta attesa per il rientro di Roger Federer sui campi da gioco, in un torneo del Grande Slam, dopo la semifinale di Wimbledon persa con Milos Raonic. Ebbene è stato un Federer ancora lontano dalla sua miglior condizione, presentatosi a questo torneo da testa di serie numero 17, e con tanti dubbi in testa. La prestazione, ha risentito dell’inattività ed il tennis di Roger non è stato continuo come al solito. Il secondo set perso contro Jurgen Melzer (n.300 del mondo) ne è una dimostrazione però, valutando il tutto nell’ottica di un primo turno e di un esordio così particolare, la vittoria in 4 frazioni va più che bene.

Chi invece è apparso sciolto ed in gran controllo è Andy Murray che per la prima volta parte con i favori del pronostico. La storia australiana del britannico è estremamente positiva: cinque finali ma mai un trionfo. Sarà il 2017 l’anno buono? Se lo augura Andy che contro l’ucraino Illya Marchenko (n.95 del ranking) ha vinto in tre parziali replicando quanto avvenne cinque stagioni fa. La partenza è stata con il freno a mano tirato ma il n.1 ATP ha dato libero sfogo a tutti i cavalli di quindici in quindici. Tutto calcolato per il n.1 del mondo, pronto a crescere di condizione per esprimere il proprio meglio in un’eventuale finale.

Tornando in Svizzera ed in casa Stan Wawrinka, il suo esordio è stato simile ai canoni dell’elvetico: indolenza, errori e successo sofferto. In altre parole, il primo round classico del rossocrociato. Allo slovacco Martin Kližan (n.34 del ranking) è mancato l’ultimo step per compiere l’impresa.  Una deficienza di cui ha approfittato Stan per salvarsi e guardare al prossimo turno. Vero che a questo livello il suo major è destinato a durare ben poco. Si conosce però, ormai, Stan da diverso tempo e si sa di cosa sia capace con il suo gioco super aggressivo. La potenza è sempre molta ma, a volte, specie quando la testa non è perfettamente connessa, è fuori controllo. Se si vorrà aspirare ad essere della partita e replicare quanto avvenuto agli Us Open 2016, o, perchè no, il 2014, in quel di Melbourne, servirà più equilibrio.

 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto da profilo twitter Roger Federer

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