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Editoriali

Sport invernali, podi a raffica per un’Italia polivalente. Ma l’allergia alla vittoria preoccupa verso le Olimpiadi

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Il fine settimana appena terminato e, più in generale, la stagione in corso stanno dipingendo un quadro nitido per l’Italia degli sport invernali: competitiva per lo più in quasi tutte le discipline, con diversi atleti da podio, ma senza i fuoriclasse capaci di garantire vittorie a raffica.

Ad oggi il Bel Paese ha raccolto ben 42 podi*, 7 in più rispetto alla (trionfale) scorsa stagione nel medesimo periodo dell’anno. I successi, tuttavia, sono stati appena 4, ovvero un misero 9,52% del totale! La percentuale scende ulteriormente se facciamo riferimento solo alle vittorie in competizioni presenti alle Olimpiadi Invernali: gli unici in grado di salire sul gradino più alto del podio sono stati Andrea Giovannini (mass start di speed skating ad Astana il 4 dicembre) e Manfred Moelgg (nel recente slalom di Zagabria).

Il alcuni settori, come lo sci alpino, abbondano gli atleti capaci di issarsi nelle zone nobili della classifica, anche se quasi tutti, di fatto, mostrano qualcosa meno rispetto ai campionissimi delle relative discipline. L’Italia, per intenderci, può contare su una squadra di elevatissima caratura mondiale, come testimoniano i 18 podi stagionali e la seconda posizione nella classifica generale per nazioni (addirittura prima per quanto riguarda la graduatoria femminile); non ha, tuttavia, fuoriclasse del calibro di Hirscher, Jansrud, Pinturault, Svindal, Shiffrin o Gut che possano garantire un cospicuo numero di affermazioni nell’arco dell’anno. Per i nostri atleti una vittoria può apparire come un episodio isolato, di certo non abituale, almeno nella situazione attuale. Colei che sembra più indicata per mutare questo trend sembra Sofia Goggia, anche se finora la bergamasca, pur essendo salita sul podio in ben sette circostanze, non è ancora riuscita a compiere quell’ultimo step che potrebbe infonderle ulteriore sicurezza a livello mentale.

Spostandoci sullo sci di fondo, l’Italia è uscita dal Tour de Ski con la consapevolezza di poter contare su Federico Pellegrino, Francesco De Fabiani e poco altro. Il 26enne di Nus, campione ormai affermato ed ancora giovane, dovrà tuttavia fare i conti nelle sprint con lo scatenato russo Sergey Ustiugov, ad oggi avversario da battere in vista dei Mondiali di Lahti. De Fabiani, invece, si è parzialmente ritrovato dopo un avvio di stagione in cui ha patito l’enorme mole di lavoro svolta nel corso della preparazione estiva, tutt’ora da smaltire. Il talento del valdostano non si discute, tuttavia la strada per diventare un fuoriclasse resta piuttosto lunga. Lo sci di fondo italiano di alto livello, di fatto, finisce qui. Non sono arrivate le risposte sperate da Giandomenico Salvadori e Maicol Rastelli, nelle categorie giovanili non si intravedono fenomeni e l’eterno Giorgio Di Centa accusa ormai l’inevitabile peso degli anni. Andrà ritrovato necessariamente su buoni livelli Dietmar Noeckler, soprattutto in vista di una staffetta che, ad oggi, pare molto meno ambiziosa rispetto alle aspettative di inizio stagione. Qualche lieve progresso è giunto dal comparto femminile, anche se il gotha planetario resta distante anni luce.

Situazione simile alle precedenti anche per il biathlon. Dominik Windisch, due volte sul podio ad Oberhof, e Dorothea Wierer possono ambire sempre a posizioni di rilievo, tuttavia è innegabile la presenza di avversari superiori e di tutt’altra caratura. Se il francese Fourcade appare di un’altra categoria per chiunque, in campo femminile Wierer non possiede il passo sugli sci delle varie Dorin, Koukalova, Makarainen e Dahlmeier. In sostanza, per ambire al podio i nostri atleti devono puntare alla perfezione (o quasi), sperando nel contempo in qualche errore dei rivali. Anche in questo caso la vittoria può chiaramente arrivare in talune occasioni, senza tuttavia tramutarsi in una costante abitudine.

Nel fine settimana non sono mancati tanti buoni piazzamenti in svariate discipline. Da rimarcare la crescita esponenziale di Samuel Costa nella combinata nordica, quinto e sesto nelle tappe di Coppa del Mondo a Lahti; a ridosso dei top5 Andrea Giovannini e Dominik Fischnaller, rispettivamente agli Europei di speed skating e slittino.

Tanti segnali di un’Italia polivalente, eclettica e competitiva su più fronti, priva tuttavia di veri fuoriclasse. E’ tangibile dunque il rischio di vivere alle Olimpiadi di Pyeongchang 2018 una Sochi-bis, quando non maturarono ori a fronte di ben 8 podi.

federico.militello@oasport.it

*: è stato preso in considerazione come podio anche il terzo posto di Arianna Fontana a Calgary, sebbene l’azzurra non avesse portato a termine la finale. Nel computo sono incluse tutte le gare di snowboard e freestyle, comprese quelle non olimpiche. Non sono stati conteggiati, invece, i podi delle competizioni di slittino naturale. 

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Foto: Valerio Origo

 

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