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Australian Open 2017, la caduta degli dei. Quali favoriti senza Djokovic e Murray? Sognano Federer e Nadal. E la nouvelle vague..

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Che giornata quella degli Australian Open! Un day-7 che rimarrà nel cuore e nel cervello degli appassionati per tanti motivi: l’uscita di scena di Andy Murray (n.1 del mondo), battuto dall’eroe teutonico Mischa Zverev o l’affermazione di un infinito Roger Federer contro un coriaceo Kei Nishikori che, come se non fosse stato lontano sei mesi dai campi da gioco, continua a regalare magie alla platea. Una prima settimana che si chiude con le cadute degli dei (il citato Murray e Novak Djokovic) e prefigura scenari inesplorati per chiunque alla vigilia. Chi può essere dunque il favorito?

Il sogno per gli appassionati di tennis, inutile negarlo, in larga parte è quello di veder Roger vincere, a distanza di cinque stagioni dall’ultimo successo di uno Slam (Wimbledon 2012). Lo svizzero anche contro Nishikori ha dimostrato di esserci sia mentalmente che fisicamente ed al di là dei suoi colpi ad effetto è riuscito anche ad essere decisamente concreto quando la pallina ha iniziato a pesare “tonnellate” mentre al nipponico si piegavano le game. L’aver vinto al quinto set, però, può nascondere una pesante controindicazione per il fenomeno di Basilea, ovvero le riserve energetiche rimaste. Per un atleta che si avvia alle 36 primavere non sarà facile ricaricare le pile. Tuttavia affrontare un giocatore come Zverev ai quarti, potrebbe essere un bene per lo stile del tedesco: serve & volley e scambi corti. Staremo a vedere…

Salgono anche le quotazioni di Rafa Nadal, apparso brillante combattivo contro “l’altro Zverev” (Alexander) il più giovane e talentuoso tra i due e battuto dalla grande caparbietà dell’iberico. Ciò che infatti era mancato nell’ultimo anno a Rafa era stata proprio quella determinazione nell’andare su ogni palla e far giocare un punto in più al proprio avversario. Quella difesa, così snervante per chi si trova nell’altra metà campo, è tornata d’incanto sul cemento di Melbourne e pertanto il tennista di Manacor può nutrire qualcosa più che una speranza di successo.

Altri nomi? Milos Raonic e Grigor Dimitrov. Il primo, finalista a Wimbledon 2016, sta impressionando per la continuità di gioco non solo limitata alla riconosciuta potenza del servizio ma anche alla gestione dello scambio sul lato sinistro, notoriamente il punto debole del canadese. Il secondo, dopo un paio di stagioni di buio, in questo 2017 ha ripreso il filo del discorso interrotto. La vittoria nell’ATP di Brisbane è un segnale piuttosto chiaro ed i primi turni affrontati brillantemente depongono a suo favore. Ora però bisognerà verificare se oltre al talento anche la forza nervosa lo sosterrà.  E poi non ci si può dimenticare dell’austriaco Dominic Thiem o di Stan Wawrinka entrambi dotati di un tennis adatto a questa superficie e, in particolare, lo svizzero, già vincitore a queste latitudini nel 2014, potrebbe essere il nome papabile in un contesto così particolare.

 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto da profilo twitter Australian Open

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