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Tiro a segno, Niccolò Campriani: “Ora ho bisogno di staccare la spina, sto lavorando per conciliare sport e studio in Italia. A Tokyo 2020…”

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Uno dei più grandi campioni dello sport italiano, Niccolò Campriani decide di dire basta col tiro a segno. Se sia una decisione temporanea o definitiva, non è dato sapersi. L’unica certezza è che se la decisione fosse definitiva, l’Italia perderebbe un pezzo da novanta della sua storia sportiva. Il pluricampione olimpico toscano ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport in cui si racconta, soffermandosi in particolare sul post-Rio 2016, sul prossimo quadriennio e sul rapporto sport-studio.

L’ultimo colpo che ho sparato è stato quel 9.2 del secondo oro di Rio – rivela il 29enne. Da allora non ho più preso la carabina in mano. E’ una fase molto emozionante della mia vita, sto cercando di capire cosa fare da grande. La scorsa settimana mi hanno chiesto di scrivere un pezzo sul ritiro di Nico Rosberg ed è stato terapeutico. Sono andato a rileggere le dichiarazioni dei grandi campioni al momento dell’abbandono. Ne ho trovata una di Michael Jordan del 1993: “Quando dico che mi ritiro, annuncio solo che da domani farò quello che voglio”. Ora sento la volontà di guardarmi dentro. Se poi tornerò a tirare, ben venga, perché almeno avrò scelto per passione e non per inerzia. Come me, tanti avrebbero bisogno di ritirarsi un po“.

Gli anni in cui ho ottenuto i migliori risultati sono stati quelli in cui ero più impegnato nello studio, – continua Campriani – a riprova che studio e sport non sono solo conciliabili ma anche funzionali l’un l’altro. Perché lo sportivo ha una marcia in più a scuola e lo studente una marcia in più nello sport. E non lo dico solo io. Va costruito un sistema che permetta di conciliare le due attività e distruggere alcuni luoghi comuni. In Italia non c’è una realtà che lo consente e così siamo costretti ad andare all’estero. Sto lavorando per trasmettere questo messaggio di scuola e sport, partendo magari da università e sport. Se ci riuscissi, varrebbe più di un’altra medaglia a Tokyo 2020. Tanti soffrono a conciliare. Daniele Garozzo (oro all’ultima Olimpiade nel fioretto, ndr), ad esempio, è fuoricorso in Medicina. I tempi sono maturi per parlarne. L’ho fatto anche con Giovanni Malagò (Presidente del CONI, ndr), che mi sta aiutando. E’ la mia crociata“.

Niccolò però vede positivamente l’introduzione delle nuove gare miste nel tiro olimpico, competizioni che potrebbero essere già parte del programma di Tokyo 2020: “Questa decisione mi ha un po’ messo i bastoni fra le ruote, mi stuzzica l’idea di gareggiare con Petra (Zublasing, la compagna, anche lei tiratrice, ndr). Ma ora, dopo 16 anni, ho proprio bisogno di staccare. A un certo punto deciderò se tornare e, se lo farò, sarò motivatissimo. Ho già staccato la spina per sei mesi e ce ne ho messi altrettanti per tornare competitivo. Se tra un anno riprendo la carabina, qualche 10 lo faccio…“.

giuseppe.bernardi@oasport.it

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Foto: ISSF Voice 2 Media

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