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Rugby: la beffa subita contro Tonga come monito per gli azzurri, l’atteggiamento alla base della crescita

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Poco spettacolo, tanti errori, un’Italia davvero imprecisa che preferisce andare per il bersaglio grosso invece di piazzare un paio di punizioni non impossibili e concede a Tonga la possibilità di rimanere in partita fino all’ultimo all’Euganeo di Padova. E, alla fine, Tonga vince beffardamente contro un’Italia che fa un netto passo indietro – soprattutto come approccio – rispetto ai due match con All Blacks e Sud Africa.

Un calcio di punizione all’ultimo minuto ha condannato infatti i ragazzi di O’Shea, che sono apparsi trasformati rispetto all’impresa di Firenze. Questa volta non era sufficiente soltanto difendere per poi contrattaccare, come era accaduto con All Blacks e Springboks. Bisognava prendere in mano le redini del gioco. E gli azzurri hanno palesato grandi limiti in fase di esecuzione, insieme ad una indisciplina che è costata carissimo. Non hanno saputo gestire la superiorità nel primo tempo, denunciando limiti di personalità nella coppia mediana Canna-Bronzini e poca concretezza. Due mete (Cittadini, Allan) a una, ma non è bastato per evitare una sconfitta che, se analizzata nel modo corretto, potrebbe rivelarsi molto utile per far capire a questo gruppo quanto lavoro è ancora necessario al fine di trovare la giusta alchimia.

“Siamo molto delusi”, confessa McLean, man of the match. “Tonga ha giocato bene, ci ha messo in difficoltà e meritato la vittoria. Avevamo preparato bene la partita, come le altre due, eravamo carichi e speravamo un risultato diverso. Ci aspetta molto lavoro da fare”. Quasi in lacrime Favaro: “Il rugby è fatto di episodi. Prendiamo l’esperienza con grande umiltà. In questo novembre abbiamo dato tutto. Penso sia uno dei momenti di più grande sofferenza della mia vita sportiva. Ma ci riprenderemo tutto. Abbiamo davanti un futuro luminoso“. Speriamo che questa beffa tremenda che ha fatto gridare tutti al passo indietro dell’Italrugby, celi un monito e una voglia di rivalsa che possano condurci fino alla definitiva esplosione.

simone.brugnoli@oasport.it

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Foto: Profilo Twitter FIR

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