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Golf: la Danimarca domina a sorpresa la World Cup, rammarico per Stati Uniti e Francia. Italia positiva ma con qualche rimpianto

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La Danimarca (Soren Kjeldsen/Thorbjorn Olesen) ha letteralmente dominato nella ISPS Handa World Cup of Golf, disputata sul percorso del Kingston Heath GC (par 72), a Melbourne in Australia. Si è imposta con 268 (72 60 70 66, -20) colpi conquistando per la prima volta il titolo in 58 edizioni dell’evento. L’Italia (Francesco Molinari/Matteo Manassero), dal canto suo, ha centrato un buon sesto posto con 274 (71 66 73 64, -14) al termine di una tonica prova e tutta in alta classifica.

Hanno provato invano a contrastare i danesi gli Stati Uniti (Rickie Fowler/Jimmy Walker), la Francia (Victor Dubuisson/Romain Langasque) e la Cina (Ashun Wu/Haotong Li), seconde con 272 (-16), e la stessa Italia, affiancata dal Giappone di Hideki Matsuyama/Ryo Iskikawa, protagonisti di una bella rimonta. Non è stata mai in corsa la Svezia (Alex Noren/David Lingmerth), che però con un 62 (-10), miglior score del fourball finale, e il totale di 273 (-15) è salita in quinta posizione, un premio probabilmente superiore ai meriti e sintomatico di un affiatamento mai completamente sbocciato nella coppia. La lista delle deluse comprende la Nuova Zelanda (Danny Lee/Ryan Fox), 11ª con 278 (-10),  l’Inghilterra (Chris Wood/Andy Sullivan) e il Belgio (Thomas Pieters/Nicolas Colsaerts), 13.e con 279 (-9), la Thailandia (Thongchai Jaidee/Kiradech Aphibarnrat), 19ª con 282 (-6), e la Corea (Byeong Hun An/K.T. Kim), 22ª con 283 (-5) su 28 formazioni in campo.

Francesco Molinari, alla settima World Cup consecutiva e con un titolo firmato nel 2009 insieme al fratello Edoardo, e Matteo Manassero, alla seconda presenza, hanno offerto una prestazione molto positiva. Sono stati sempre in corsa per il titolo e hanno mancato un piazzamento migliore per una buca sbagliata nel primo turno foursome (un “8” alla buca 12, par 5) e per un avvio molto difficile nel terzo in cui hanno perso tre colpi sulle prime 11 buche. Molto bello il giro finale condotto in 64 (-8) colpi, terzo punteggio giornaliero, con otto birdie e senza sbavature. Resta forse un pochino di amaro in bocca per qualche piccola sbavatura senza la quale il duo azzurro avrebbe potuto ambire ad una posizione di prestigio ancora maggiore. Manassero è ora chiamato nella prossima stagione a confermare le buone sensazioni, visto che ormai i tempi sono maturi affinchè avvenga quell’esplosione auspicata da tutti.

“E’ stata una settimana assolutamente incredibile – ha detto Kjeldsen –  e mi sono veramente divertito. Ho apprezzato il cameratismo con Thorbjorn e sono stato compito dal suo gioco e dal suo atteggiamento che hanno avuto peso sul risultato. Con lui ho compreso, forse per la prima volta, cosa voglia dire essere una squadra”. Ha aggiunto Olesen: “E’ stata dura, ma io e Soren siamo stati grandi sia per forza mentale, sia per aver saputo mantenere la calma che ci ha permesso di esprimere il nostro gioco al top. Non abbiamo mai pensato agli altri, ma solo a quello che stavamo facendo e ciò è stato fondamentale”.

Nell’albo d’oro della World Cup of Golf figurano 24 successi degli Stati Uniti, cinque di Australia e Sudafrica e quattro della Spagna. L’Italia, oltre al titolo del 2009, ha ottenuto anche un secondo posto con Costantino Rocca e Massimo Florioli in Nuova Zelanda nel 1998.

simone.brugnoli@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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