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Rugby, analisi dei convocati dell’Italia. O’Shea vara la linea giovane. Tanti ricambi in alcuni ruoli

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Pochi giorni fa il Commissario Tecnico dell’Italrugby Conor O’Shea ha diramato i convocati per i test match di novembre contro All Blacks, Sudafrica e Tonga, confermando ancora una volta l’impressione di voler puntare su una rosa molto giovane e non celando il fatto di aver dovuto prendere decisioni difficili sopratutto in alcuni ruoli particolarmente affollati – “In alcuni ruoli la competizione interna è stata molto serrata” – queste le parole dell’allenatore irlandese. Questa può rappresentare davvero una buona notizia perchè significherebbe che in alcune posizioni del campo sarà possibile un ricambio non sempre attuabile negli anni precedenti.

Per quanto riguarda la prima linea, O’Shea ha deciso di riproporre i nomi già visti quest’estate nel corso della tournèe in Sud America, con gli esperti Cittadini e Ghiraldini a fare da chioccia ad un reparto che non arriva nemmeno in doppia cifra in termini di caps, e capitanato dall’esordiente Simone Ferrari, tra i pochi a salvarsi nel difficile inizio di stagione della Benetton Treviso, e Sami Panico, militante in Eccellenza nelle fila di Calvisano. Si tratta sostanzialmente dei giocatori che hanno meglio figurato in questo primo scorcio di campionato, accanto ad una linea giovane che il ct continua a voler percorrere in prospettiva futura.

La seconda linea sarà composta, anche in questo caso, dagli atleti più in condizione, con l’unica novità rappresentata dal rientro di Josh Furno, in grado di garantire inoltre un’ottima duttilità tattica. In terza linea O’Shea ha dovuto prendere le scelte più difficili dell’intera selezione, optando alla fine per Alessandro Zanni, ancora convalescente ma in procinto di rientrare con la Benetton Treviso, e quindi escludendo nomi del calibro di Jacopo Sarto e Marco Lazzaroni. Chiaramente soltanto i risvolti futuri potranno dirci se queste decisioni sono state azzeccate oppure avventate.

In mediana, accanto ai soliti noti Edoardo Gori, Carlo Canna e Tommaso Allan, la scelta è ricaduta su Giorgio Bronzini, all’esordio in Nazionale, e Marcello Violi, tra i pochi volti positivi delle Zebre che attualmente occupano l’ultima piazza nel Pro12. Nonostante le situazioni complicate delle rispettive franchigie, questi due giocatori hanno comunque saputo mettersi in luce grazie a buone prestazioni individuali non sfuggite allo sguardo attento di O’Shea, costretto a sacrificare un Palazzani che potrà tuttavia sempre tornare utile più in là.

Fra i trequarti il ricambio generazionale è davvero molto evidente, come testimoniato dalla presenza di Andrea Buondonno, preferito al più esperto Giambattista Venditti, ed Edoardo Padovani. La convocazione di quest’ultimo nasce sicuramente dalla collaborazione tra O’Shea e Gianluca Guidi, alla guida delle Zebre, con le quali il giovane classe’93 è stato spesso impiegato a 15 al fine di facilitarne l’inserimento in Nazionale. A farne le spese è stato David Odiete, il cui futuro ritorno dipenderà molto dalle prestazioni degli esordienti subito chiamati ad impegni molto prestigiosi.

Da notare che su 30 nomi ben 13 non raggiungono la doppia cifra come caps, mentre solo 10 su 30 superano la soglia dei 50 caps, con molti giocatori nati negli anni ’90, cioè molti under 25. Potrebbe essere stato un azzardo eccessivo, solo il tempo ce ne darà la risposta, ma sicuramente permettere a molti ragazzi inesperti di confrontarsi contro corazzate come All Blacks e Sudafrica evidenzia la caratura innovativa dell’idee di O’Shea.

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Foto: Profilo Twitter Federugby

 

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