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Golf, Ryder Cup 2016. USA sempre al comando dal primo match play, Clarke sul banco degli imputati

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La 41a edizione della Ryder Cup va in archivio con il trionfo del team USA, 8 anni dopo l’ultima affermazione degli americani al Valhalla Golf Club di Louisville, nel Kentucky. Il desiderio di rivincita della compagine a stelle e strisce ha prevalso sulla storica compattezza della squadra europea, che ha pagato a caro prezzo le defiances di numerosi componenti del gruppo a disposizione del capitano Darren Clarke.

Gli americani hanno messo in mostra un golf a tratti stellare, lasciando soltanto le briciole agli avversari e superando alla grande anche i rari passaggi a vuoto compiuti durante la competizione. A fare la differenza in favore degli statunitensi è stato il clamoroso 4-0 inflitto all’Europa dopo i primi quattro foursomes, un parziale che ha letteralmente annichilito le velleità di vittoria degli alfieri del vecchio continente, messi subito alle corde con un “cappotto” che è entrato di diritto nella storia del torneo. Mai nessuna squadra, infatti, aveva mai realizzato finora l’en plein nella prima serie di match play della Ryder Cup e soltanto altre otto volte in passato una sessione si era conclusa con lo stesso risultato.

L’Europa non si è arresa e ha abbozzato un tentativo di rimonta, chiudendo sul 3-1 i quattro fourball della prima giornata e riducendo lo svantaggio di un altro punto nei foursomes del giorno seguente grazie ad un superlativo Rory McIlroy, che ha suonato la carica e ha riportato la sua squadra in scia degli americani, ma nel pomeriggio la musica è nuovamente cambiata. Patrick Reed ha preso per mano gli USA e li ha riportati a tre lunghezze di margine sui rivali, mentre Lee Westwood e Danny Willett hanno letteralmente gettato alle ortiche un punto che sembrava ormai scontato a due buche dalla fine, regalando la vittoria agli increduli e mai domi J.B. Holmes e Ryan Moore.

Un avvio incoraggiante dei ragazzi capitanati da Clarke nell’ultima giornata aveva indotto a sperare in un finale in volata per l’assegnazione del trofeo, con la prospettiva all’orizzonte di un altro ribaltone dopo la storica disfatta americana del 2012, ma Reed ha deciso di diventare l’uomo copertina del torneo ed è riuscito nell’impresa di superare Rory McIlroy al termine di un’appassionante sfida decisa all’ultima buca, regalando agli USA il punto probabilmente più importante dell’intera Ryder Cup. I compagni di squadra non hanno dovuto far altro che completare il lavoro e un putt alla 18 contro il veterano Lee Westwood da parte di Ryan Moore, aggregato una settimana fa al gruppo mediante l’ultimo captain’s pick di Love III, ha garantito al team statunitense la matematica certezza della conquista dell’ambita coppa, sollevata finalmente al cielo dopo tre edizioni stregate.

Se tra le fila americane quasi tutti i componenti della squadra hanno tirato fuori il meglio di sé, in casa Europa occorre registrare le controprestazioni di Lee Westwood e Martin Kaymer, a cui Clarke ha assegnato due delle tre wild card a sua disposizione. Male anche Danny Willett, detentore dell’Augusta Masters, e gli inglesi Andy Sullivan e Matthew Fitzpatrick, assolutamente anonimi. Non ha brillato neppure il campione olimpico Justin Rose, mentre l’iberico Sergio Garcia, pur con uno score non proprio entusiasmante (1-2-2), ha mostrato sprazzi di alta classe durante il tentativo di rimonta accennato dall’Europa. Il solito McIlroy si è arrogato i galloni di leader carismatico del gruppo, facendo da chioccia ad un eccellente Thomas Pieters, miglior rookie della storia con 4 vittorie all’attivo. Ha spiccato anche la personalità dello spagnolo Rafa Cabrera Bello, imbattuto nei tre match play disputati, ma utilizzato inspiegabilmente col contagocce da Clarke, le cui scelte azzardate hanno condizionato in maniera evidente la prestazione del suo team.

Ed è proprio il capitano il principale indiziato a finire sul banco degli imputati per una sconfitta che, per quanto preventivata, poteva anche essere evitata con una migliore gestione delle risorse. La batosta, tuttavia, servirà da lezione al vecchio continente per presentarsi con rinnovati ambizioni alla Ryder Cup 2018, che si disputerà in Francia sul “Le Golf National” di Saint-Quentin-en-Yvelines, un sobborgo a sud-ovest di Parigi.

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