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Ciclismo

Ciclismo su pista: dagli Europei segnali positivi e rassicuranti per il futuro azzurro

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Si sono conclusi nella giornata di ieri i Campionati europei di ciclismo su pista, ospitati da mercoledì scorso dalla località francese di Saint Quentin-en-Yvelines, a pochi passi dalla capitale Parigi. A suo modo, questa edizione è stata a dir poco storica e speciale date le tante novità recentemente introdotte dalla federazione mondiale (UCI) nei regolamenti delle varie gare. Quelle più importanti riguardano senz’altro l’apertura dell’americana (o madison) femminile (in modo tale che all’interno della manifestazione uomini e donne possano gareggiare per lo stesso numero di medaglie) e la riduzione delle prove dell’omnium, da sei a quattro (clicca qui per maggiori dettagli). Anche l’Italia, come tanti altri paesi, si è tolta le sue soddisfazioni anche se, fattore importantissimo da considerare, l’età media dei nostri atleti è stata piuttosto bassa e, di conseguenza, i risultati devono essere analizzati con la dovuta cautela. La spedizione azzurra torna dalla Francia con un bottino di un oro e due argenti grazie allo splendido successo dell’inseguimento a squadre femminile e ai secondi posti del quartetto maschile e di Filippo Ganna nella variante individuale.

Già nella prima giornata di gare, le ragazze avevano meravigliato per la prestazione offerta in fase di qualificazione e, il giorno dopo, Elisa Balsamo, Simona Frapporti, Tatiana Guderzo e Silvia Valsecchi (Francesca Pattaro ha disputato i turni preliminari) si sono ripetute battendo in finale la Polonia e conquistando una medaglia d’oro straordinaria condita dal record nazionale italiano (4:22.314, migliorata la prestazione delle Olimpiadi di Rio). I ragazzi invece non sono riusciti a realizzare un bis che, se concretizzato, avrebbe avuto dell’eccellente. Filippo Ganna, Michele Scartezzini, Simone Consonni e Liam Bertazzo (Francesco Lamon nei turni precedenti) si sono fermati all’argento (3:58.871), battuti nella finalissima dai francesi padroni di casa. Ganna si è poi messo al collo anche la sua medaglia individuale, secondo piazzato dietro il francese Corentin Ermenault.

L’Italia però, anche nelle successive competizioni, è quasi sempre stata in gioco per qualcosa di importante: Simone Consonni ha sfiorato il trionfo nell’omnium, salvo poi crollare nella corsa a punti finale e terminare la competizione in quarta piazza; stessa posizione per Rachele Barbieri nello scratch, molto brava a stare sempre a ruota del bronzo olandese Kirsten Wild per tutti i 10 km; il quinto e sesto posto azzurri nel madison di Barbieri e Maria Giulia Confalonieri e di Consonni e Francesco Lamon. Anche se da loro non sono arrivate medaglie o particolari record, è giusto ringraziare delle emozioni che ci hanno regalato tutti gli azzurri (alcuni, come Miriam Vece e Gloria Manzoni, giovanissimi) che hanno partecipato a questo Europeo con l’auspicio che questa esperienza sia per loro un punto di partenza per una carriera piena di successi perché, come testimoniato da questa rassegna continentale, l’Italia ha ancora ampi margini di miglioramenti nell’attività su pista.

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Foto: Fabio Pizzuto

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