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Calcio a 5, Mondiali Colombia 2016: ha vinto il cuore dell’Argentina. Nuove gerarchie nel futsal

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Chi segue lo sport lo sa bene, è un fatto lampante nel rugby prima ancora che nel calcio, dove i titoli vinti sono molto più numerosi: la nazionale dell’Argentina è dura a morire. Da sabato sera è padrona mondiale del calcio a 5 grazie a un sofferto ma meritato 5-4 in finale contro la Russia fino a quel momento vincitrice di tutti i propri incontri e le lacrime dei vari giocatori a fine gara – tra cui anche gli “italiani” Battistoni (Latina), Cuzzolino (Pescara), Borruto (Montesilvano) e Taborda (Luparense) – hanno subito assunto un significato che va oltre la gioia per il successo iridato o la retorica dell’underdog che ribalta ogni pronostico. Lacrime di chi, finalmente, ce l’ha fatta. Di chi è riuscito a primeggiare nel duello ideologico contro il Brasile per la prima volta a livello mondiale. Di chi sa di aver riscritto le gerarchie internazionali del futsal.

E’ dal 1989 che la Fifa organizza la rassegna iridata: nelle prime sette edizioni si erano imposti solo i verdeoro (cinque volte, le ultime due consecutive) e la Spagna (due). Invece Colombia 2016 è stato il Mondiale più pazzo di sempre e, con il senno di poi, pare giusto che a trionfare sia stata una squadra passionale, sicuramente tecnica ma soprattutto ricca di cuore e coraggio come la corsa libera e spensierata del criollo, il cavallo tipico delle pampas. Non ce ne voglia la Russia, per l’ennesima volta seconda con il consueto mix tra sangue freddo locale e piedi buoni dei naturalizzati sudamericani, ma l’epilogo in favore dell’Albiceleste che per ben due volte ha risposto immediatamente ai gol dei rivali riuscendo a resistere nonostante il tentativo di rimonta in extremis (da 5-2 a 5-4 nell’ultimo minuto) è stato senza dubbio emozionante per tutti.

Con il terzo posto occupato dall’Iran, altra storica prima volta, il pacchetto sorprese&novità si è poi imbottito di un’altra bella storia da raccontare. Quella di una squadra neanche quotata che, dopo essersi qualificata agli ottavi di finale grazie al ripescaggio delle migliori terze della fase a gironi, ha sconfitto il fortissimo Brasile ai calci di rigore. Brasile che, tra parentesi, ha salutato per sempre Falcao, il giocatore più forte di sempre e il miglior marcatore della manifestazione con 48 gol. Il materiale umano per ripartire c’è, ma non sarà facile e soprattutto servirà umiltà. Lo stesso discorso vale per la Spagna, nettamente eliminata dalla Russia per 6-2 ai quarti dopo che il 7-3 della finale europea dello scorso febbraio aveva probabilmente illuso la Roja di essere tornata quella di inizio millennio. Invece c’è ancora da lavorare. L’Italia, di cui si è già parlato, ha finito un ciclo e ne dovrà aprire un altro, sempre con Roberto Menichelli ct fresco di rinnovo fino al 31 dicembre 2018.

E le altre? Delusioni per Portogallo e Kazakistan, oltre che per la Colombia quarta nel 2012 e mai davvero convincente in casa. I lusitani del capocannoniere Ricardinho hanno perso l’ennesima occasione per regalare una gioia internazionale al proprio fuoriclasse, assente all’Europeo 2010, mentre Higuita e compagni non sono riusciti a colpire con la tattica del portiere di movimento fisso apparsa rivoluzionaria solo pochi mesi fa nella rassegna continentale chiusa sul gradino più basso del podio.

 

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Facebook Fifa Futsal World Cup

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