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Hockey su ghiaccio, Preolimpico Oslo 2016: un livello ancora proibito per l’Italia

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Sconfitta all’overtime dalla Francia (1-2) e battuta nei 60′ regolamentari da Norvegia (1-4) e Kazakistan (2-3), l’Italia di hockey su ghiaccio ha salutato le proprie risicate possibilità di qualificarsi a Pyeongchang 2018 già dopo la seconda partita. Le Olimpiadi invernali restano dunque lontane per il Blue Team, che a eccezione di Torino 2006 (presente in quanto paese ospitante) manca il pass da Nagano 1998. Segnale di uno sport che, se non in crisi, quanto meno è in difficoltà.

Non tutto comunque è da buttare. Vincere un girone del genere sarebbe stato impensabile alla vigilia e difatti gli azzurri si sono classificati all’ultimo posto. Tuttavia hanno accumulato ulteriore esperienza per tentare di raggiungere la (difficile) salvezza nei prossimi Mondiali, quelli del ritorno in Top Division dopo due anni di purgatorio formativo, e per continuare il proprio percorso di crescita il cui progetto è per forza di cose a lungo termine.

Con il senno di poi l’impresa l’Italia l’ha quasi sfiorata contro la Francia, fino al 57′ dell’ultima partita prima in classifica davanti alla Norvegia. L’1-2 maturato a inizio overtime fa quasi recriminare il Blue Team che ha sprecato una superiorità numerica di quattro minuti sul finire del terzo periodo oltre a essere passato in vantaggio e ad aver messo più volte all’angolo in transalpini, sicuramente più fisici e alla lunga resistenti. Un tempo (il secondo) vinto contro la Norvegia rappresenta inoltre una soddisfazione non da poco, mentre anche con il Kazakistan gli azzurri si sono ben disimpegnati cedendo solo nel finale e con un po’ di sfortuna a condire il tutto.

Il gioco, insomma, non manca. La difesa guidata dal varesino di origini americane Thomas Larkin – che milita in KHL, la seconda lega più prestigiosa del mondo – ha confermato le buone indicazioni dei Mondiali primaverili. In porta meglio Andreas Bernard che Frederic Cloutier, dalla prossima stagione all’Asiago. Il problema, semmai, è davanti: mancano attaccanti di peso nelle linee principali (prima e seconda) e si fa fatica a concretizzare quanto costruito. A Oslo, con due gol, promosso Tommaso Traversa, classe 1990 reduce dal college statunitense, mentre si è sentita l’assenza di Joachim Ramoser, ’95 tre volte a segno negli ultimi Mondiali purtroppo frenato da un infortunio ai legamenti.

Parlare di ottimismo in vista del futuro forse è esagerato. Ma c’è la reale consapevolezza che il gruppo sia compatto, remi dalla parte giusta e voglia continuare a imparare, senza l’ossesione del risultato o la paura di una goleada. Le Olimpiadi rimangono lontane? Nessun dramma. La pazienza è fondamentale e nessuno, al momento, chiede la luna. Obiettivo primario, adesso, sarà riorganizzare le giovanili (quelle sì, povere di talento) e confidare che l’esperimento Alps Hockey League il nuovo-vecchio campionato di Serie A unificato con alcune formazioni di Austria e Slovenia – aiuti a formare i talenti aumentandone la competitività.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto: dalla nostra inviata Carola Semino

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