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Canoa, Antonio Rossi: “Garantirò il metodo meritocratico, gli atleti devono invece garantire l’umiltà”

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Attraverso una conferenza stampa tenutasi a Milano, Antonio Rossi ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della Federazione italiana canoa kayak. Attualmente assessore allo Sport di Regione Lombardia (“carica compatibile con la presidenza federale”) il fuoriclasse azzurro sfiderà nelle prossime elezioni il presidente in carica Luciano Buonfiglio.

“Ho deciso di candidarmi dopo i giochi di Rio, per dare una scossa alla Federazione, perché il nostro mondo sta rallentando, da Londra in poi non siamo stati brillanti. Penso che questa sia un’occasione per migliorare. In questi anni sono cresciuto a livello dirigenziale assicura. Non tutto è da buttare, alcune discipline sono andate bene, soprattutto gli under 23, dove il lavoro più grosso, però, lo hanno fatto le società. Bisognerebbe tornare ad ascoltare società e tecnici per farli crescere. Il presidente e i consiglieri federali non devono conferire con le scelte della struttura tecnica. Io garantirò il metodo meritocratico, gli atleti devono invece garantire l’umiltà”. 

Sulla possibilità di tagliare i fondi alle specialità non olimpiche, Rossi ha negato di voler intraprendere un’azione simile. “Voglio garantire più visibilità, Susanna Cicali ha appena vinto a Cagliari gli Europei di Surf Ski, rendiamole il giusto merito con una comunicazione più strutturata”. Streaming delle gare, social network e un nuovo programma per avvicinare gli studenti alle discipline acquatiche sono gli altri punti salienti del campione azzurro che farà affidamento anche su Oreste Perri, lo storico tecnico della nazionale azzurra negli anni ’90.

Infine una battuta su Roma 2024: “La Raggi è stata scortese – precisa – Malagò è il numero uno dello sport nazionale e credo che l’Italia abbia fatto un’ottima figura a Rio. Si parla sempre di sport come esempio e quando sul pratico si fa aspettare 40 minuti e passa un presidente. La candidatura? Credo che il Coni dovrebbe portare avanti la candidatura alle Olimpiadi nonostante il no di Roma. La Raggi non poteva dire di no, il Coni le dava carta bianca su qualsiasi cosa, il Governo dava copertura finanziaria. Coni e Comune Roma non potevano dire di no, al massimo era il Governo che poteva tirarsi indietro”.

francesco.drago@oasport.it

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