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Atletica, Paralimpiadi Rio 2016: le storie degli azzurri alla volta di Rio

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Sta ormai per prendere il via l’edizione 2016 delle Paralimpiadi di Rio de Janeiro, e anche qui l’Italia risponderà presente, attraverso una nutrita spedizione di rappresentanti. Andiamo dunque ad analizzare le storie degli azzurri dell’atletica leggera.

Martina Caironi (Fiamme Gialle), 100 e lungo T42: nonostante la giovane età è una delle atlete azzurre più decorate, capace di vincere ori mondiali paralimpici, oltre a realizzare record del mondo. La sua vita cambiò con un incidente stradale, che le ha negato l’utilizzo della gamba, ma non la determinazione e la voglia di affermarsi nello sport.

Oxana Corso (Fiamme Gialle), 100 e 200 T35: cresce insieme alla sorella Olga nell’orfanotrofio numero 5 di San Pietroburgo, prima di essere adottata dagli italiani Angela e Piero Corso. Sfortunatamente, col passare degli anni il suo problema di cerebrolesione si fece sempre più prepotente, ma lei non si è mai abbattuta, dedicandosi alla velocità con ottimi risultati.

Monica Contrafatto (Paralimpico Difesa) 100 T42: quella della siciliana è una delle favole più belle della spedizione italiana a Rio. La caporal maggiore dell’Esercito, infatti, nel 2012 è rimasta ferita alla gamba in Afghanistan, durante un attacco a colpi di mortaio. Monica non si è data per vinta, e ha iniziato una nuova vita nel mondo dello sport, ottenendo la qualificazione a Rio.

Arjola Dedaj (Fiamme Azzurre), 100, 200 e lungo T11: atleta ipovedente, affetta da retinite pigmentosa, si è distinta per aver vinto gare di ballo e sei scudetti di baseball. La malattia ha però preso il sopravvento, limitandone le facoltà visive, ma non la sua voglia di correre.

Assunta Legnante (Anthropos Civitanova), getto del peso e lancio del disco F11: soprannominata “Cannoncino”, è una vera leggenda dell’atletica paralimpica italiana, avendo collezionato ori a Cinque Cerchi e iridati. Vanta inoltre una buona carriera anche tra i normodotati, conclusa però nel 2009 con l’aggravarsi dei suoi problemi alla vista.

Federica Maspero (Omero Runners Bergamo), 100, 200 e 400 T43: un menginococco il giorno del suo 24esimo compleanno le ha cambiato la vita, costringendola a rinunciare alle gambe. Ora è oncologa all’ospedale di Saronno, e utilizza le protesi di Oscar Pistorius per correre e ottenere ottimi risultati.

Giusy Versace (Fiamme Azzurre), 100, 200 e 400 T43: figlia di Alfredo, cugino dei noti fratelli Antonella, Santo e Gianni, a 20 anni subisce un grave incidente stradale, nel quale perde entrambe le gambe. Inizia dunque in questo modo la sua carriera paralimpica, contornata anche da apparizioni televisive, in vari programmi di intrattenimento. Dal punto di vista sportivo sembra aver raggiunto la maturità proprio nel 2016, ottenendo due medaglie ai recenti Europei.

Alvise De Vidi (Fiamme Azzurre), 100 e 400 T51: un tuffo sbagliato lo ha reso tetraplegico, e ora con 12 medaglie paralimpiche è l’atleta azzurro più vittorioso ai Giochi, in discipline che vanno dall’atletica al nuoto.

Alessandro Di Lello (Fiamme Azzurre), maratona T46: il 39enne di Tivoli ha iniziato la carriera agonistica da normodotato, subendo però un incidente in moto, che lo ha relegato nella categoria T46 dello sport paralimpico. E’ comunque una delle maggiori speranze italiane a Rio, dati i confortanti risultati in giro per il mondo nella distanza più lunga.

Emanuele Di Marino (H2 Dynamic Handysports Lombardia),  100,  200 e  400 T44: il 27enne è l’esempio vivente della perseveranza, riuscendo a conquistare il pass per i Giochi, nonostante un piede torto.

Ruud Koutiki (Anthropos Civitanova Marche), 400 T20: fuggito dalla guerra civile in Congo, Ruud si è ben espresso tra i migliori della sua categoria, ottenendo a Swansea la prima medaglia d’oro italiana in ambito IPC.

Roberto La Barbera (Pegaso), salto in lungo T44: “Il Barbaro” ha subito un grave incidente in moto che lo ha costretto a rinunciare ad una gamba, ma ha trovato uno sfogo nello sport, vincendo la medaglia d’argento ad Atene 2004.

Oney Tapia (Omero Runners Bergamo), getto del peso e lancio del disco F11: dopo aver perso la vista nel 2011 a causa di una caduta, il cubano d’origine si è affermato recentemente nelle discipline dei lanci e nel torball, distinguendosi anche in competizioni internazionali.

Foto: pagina Facebook Giusy Versace

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gianni.lombardi@oasport.it

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