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Formula 1

F1, GP Canada 2016: tanti aggiornamenti per la Ferrari sul motore ma la FIA dice no alle deroghe per l’affidabilità

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Il settimo appuntamento del Mondiale di F1 2016, sul circuito di Montreal intitolato al mitico Gilles Villeneuve, avrà un’importanza capitale per la Ferrari. Reduce dal poco brillante weekend di Montecarlo dove entrambe le Rosse non sono riuscite a salire sul podio, la Scuderia di Maranello mette sul piatto per il round canadese aggiornamenti sul motore ed, in particolare, il gruppo turbocompressore. Uno dei problemi della SF16-H, fin dal suo esordio in pista, è stato rappresentato dalle dimensioni di questo componente, eccessivamente grande, comportante una potenza notevole non seguita da un altrettanto efficiente recupero di energia. Pertanto, lungo i rettifili del circuito “made in Canada” la Rossa ha scelto di giocarsi queste carte per cercare di avvicinarsi a Mercedes e, nello stesso tempo, rintuzzare gli attacchi di Red Bull, sempre più in palla visti gli ultimi risultati del Principato e Barcellona.

C’è però un problema. Da alcune voci che provengono dal paddock, ancora non confermate, la FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile) non avrebbe concesso al Team di Maurizio Arrivabene di poter intervenire in deroga per l’affidabilità. In una riunione a Montreal, infatti, la Federazione avrebbe considerato i nuovi componenti portati dalla Ferrari non per favorire la solidità della propria autovettura ma  bensì renderla più veloce. Una decisione che, se da un lato, si può comprendere dall’altro mette in discussione il modus operandi della massima autorità delle quattro ruote. Scorrendo infatti l’album dei ricordi e soffermandoci proprio sul GP canadese del 2015, fu la Mercedes ad apportare le stesse modifiche ed in quel caso non vi fu alcuna obiezione, nonostante le frecce d’argento non avessero mai avuto alcun problema in precedenza. Un differente atteggiamento, dunque, nei riguardi della Rossa che, a conti fatti, se vorrà disporre di questi importante upgrade dovrà far ricorso a due dei rimanenti sei token disponibili. 

In più, come se non bastasse, le dichiarazioni di Jock Clear, responsabile dei tecnici in pista di Maranello, rilasciate in un’intervista ad Auto Motor und Sport confermano le difficoltà nel comprendere lo sfruttamento delle gomme: “Gli pneumatici per noi restano un mistero, un buco nero – ammette Clear – Abbiamo mille sensori che ci permettono di conoscere ogni dettaglio di vettura, motore e trasmissione, ma per le gomme abbiamo praticamente nulla. Solo temperatura e pressione, ma in realtà c’è molto di più e questo rende difficile la loro gestione e comprensione. Non è una scienza esatta e un ruolo importante lo giocano la sensibilità del pilota e il lavoro dell’ingegnere. Le pressioni? Non crediamo che certe squadre riescano ad avere pressioni molto più basse: forse mezzo PSI, ma non due. Per noi una cosa del genere sarebbe impossibile: si parla di soluzioni ‘intelligenti’ per le pressioni, ma sono tutte illegali. La FIA ha confermato che le vetture che vanno in pista sono tutte legali, e noi non ne dubitiamo”.

Questo weekend in Canada doveva essere quello della riscossa ma dai primi sentori sembra che la direzione imboccata sia ben diversa. Attendiamo, dunque, la pista cosa ci dirà in merito, a partire dalla giornata di domani con le prime prove libere.

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