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MotoGP, analisi GP Qatar 2016: il solito Lorenzo, bene Dovizioso. Marquez ha guarito la Honda, Valentino Rossi sgasato…

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Il Motomondiale 2016 è appena iniziato, tantissima acqua scorrerà ancora nei fiumi di parole e, soprattutto, di gesta dei protagonisti in pista ed infinite variabili potrebbero intervenire a deviarne i corsi… Tuttavia, il Losail International Circuit ha già offerto spunti interessanti, tra riprove, piccole smentite e sorprese.

Partiamo dalla conferma delle conferme: Jorge Lorenzo è ancora il più forte. Il suo feeling con gomme Michelin e moto tutta continua ad impressionare, la sua condotta di gara in Qatar è stata la solita, nessuna sorpresa, ma si è rivelata sempre insostenibile per il resto della compagnia. Il maiorchino è scattato ottimamente al via, si è appostato subito dietro i fuggitivi, li ha tenuti a bagnomaria senza inutili forzature per poi piazzare l’attacco decisivo a trequarti di gara.

Il passo insostenibile di Lorenzo (ah, dimenticavamo l’ennesimo hat trick in carriera…) ha mietuto due vittime illustri, Marquez e Rossi, ed una re-entry, Andrea Dovizioso. I primi due, nonostante siano accomunati dalla sconfitta al cospetto dello Squalo gialloblu, hanno vissuto due gare ben diverse tra loro. Il Cabroçito, terzo, ha dato il colpo di spugna definitivo sui dubbi legati alla nuova RC213V, ormai performante quasi come gli esemplari che l’hanno di recente preceduta e lottato fino alla bandiera a scacchi per il secondo posto, mettendo un po’ di pepe in un GP meno spettacolare del solito. Pericolosamente ancora lontano dagli standard prestazionali a cui ci ha sempre abituati, invece, l’atro portacolori Repsol Honda, Dani Pedrosa.

Valentino Rossi, per sua stessa ammissione, non ha mai avuto il guizzo giusto per inserirsi nella bagarre da podio; in effetti la sua gara si è sviluppata “nei dintorni” del quartetto (poi divenuto terzetto) di testa, palesando difficoltà fin dai primi giri. Il Dottore ha tranquillizzato tutti, scaricando parte delle “colpe” sulla scelta delle gomme dura-media, fatto sta che ad oggi pare leggermente più lento quantomeno del team mate.

La re-entry di cui sopra è Andrea Dovizioso, secondo al traguardo e divenuto a Losail il simbolo tangibile della definitiva rinascita Ducati, oltre che individuale, poiché Andrea Iannone s’è fatto fuori dalla contesa (scivolata evitabile) dopo appena 6 giri, quando era assolutamente in lizza per un piazzamento importante… Certo, è presto per dire che la Desmosedici sia in tutto e per tutto all’altezza di Yamaha e Honda, perché il tracciato di Losail presentava requisiti tecnici confacenti alle caratteristiche motoristiche e ciclistiche delle Rosse, come ad esempio i curvoni veloci e il rettilineo infinito che hanno permesso al potentissimo propulsore di Borgo Panigale di scatenare tutti i suoi cavalli.

Chiusura per la “sorpresa negativa” scaturita dal GP qatariota: Maverick Viñales. Dopo le aspettative, certificate dai numeri dei test invernali, e l’ottimo terzo posto in qualifica, ci si attendeva qualcosa in più del sesto posto dal talento di Figueres, giunto al traguardo con tredici secondi di ritardo rispetto al quartetto dei migliori.

 

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giuseppe.urbano@oasport.it

Foto Yamaha

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