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Editoriali

Pagellone sport italiano 2015: nuoto e tennis colmi d’alloro; atletica e rugby, disastro colossale

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Gregorio Paltrinieri - nuoto - foto deepbluemedia ricevuta da comunicato len

Nuoto, 8.5. Continua il trend positivo dell’Italia dopo l’ottimo Europeo di Berlino 2014. Si lavora per cancellare le zero medaglie di Londra 2012 e, a sei mesi da Rio 2016, la previsione è più che rosea per gli azzurri. Partiti da Barcellona 2013, è stato tutto un crescendo per la Nazionale diretta da Cesare Butini, che anche a Kazan 2015 h adivertito e fatto divertire. Gregorio Paltrinieri è una certezza: al primo oro mondiale in vasca lunga nei 1500 stile libero, pur senza Sun Yang misteriosamente ritirato prima della partenza, il 21enne emiliano ha affiancato da pochi giorni anche il primo record mondiale della carriera, cancellando Grant Hackett in corta nella trionfale spedizione di Netanya. È un’Italia che piace, dipinta nel volto sempre determinato e vincente di Federica Pellegrini (ancora argento ai Mondiali nei 200 sl in lunga, ancora oro agli Europei in corta, mai così veloce anche nei 100) e nel fondamentale recupero di Gabriele Detti, possibile terza punta azzurra che in Israele è tornato sul podio. Ma non solo: Simone Sabbioni si migliora a ogni gara cui partecipa, più che a Rio sembra puntare a Tokyo 2020 e ha tutte le qualità per diventare una stella. Matteo Rivolta è rimasto deluso dalla mancata finale di Kazan pur con primato nazionale eguagliato dal 2013 e, trasferitosi a Roma, ha stracciato record su record in corta prendendosi anche un argento nei 100 farfalla a Netanya. Marco Orsi potrebbe essere finalmente sbocciato con l’oro nei 100 stile libero e in lunga è fondamentale soprattutto nelle staffette: non a caso la 4×100 sl è bronzo iridato in carica e ora anche la mista sogna in grande. A proposito di staffette: verso le Olimpiadi si sogna anche con la 4×200 sl femminile, argento in Russia solo dietro alle inarrivabili statunitensi e dall’elevata concorrenza interna per salire sul podio insieme alla Divina. I nomi da citare sarebbero davvero tanti: dalla finale mondiale di Arianna Castiglioni (classe 1997) a una Silvia Di Pietro scatenata due settimane fa in corta con ben cinque medaglie, da Fabio Scozzoli che flirta con nuove medaglie al solito, immenso, capitan Filippo Magnini. E i più giovani? Doppia cifra a Baku (1-9-0), sei podi ai Mondiali di categoria (1-2-3). Il voto al 2015 del nuoto italiano è ottimo. Ma si può – e si deve – fare ancora meglio.

Nuoto di fondo, 7.5. Ai Mondiali di Kazan l’Italia ha confermato il proprio buon feeling con le acque libere, qualificando due atleti per Rio nella 10 chilometri maschile (Simone Ruffini e Federico Vanelli) e una al femminile (Rachele Bruni). Il marchigiano si è poi preso l’oro nei 25 chilometri della maratona, con una gara tatticamente perfetta aiutata anche da un grande Matteo Furlan, bronzo sia nella 5 che nella distanza maggiore, mentre la toscana è purtroppo rimasta beffata nella propria prova chiudendo quarta, superata nelle ultime bracciate dalla brasiliana Ana Marcela Cunha, la favorita numero uno dei prossimi Giochi. Ma non tutto è da buttare: se l’estate sfortunata di Rachele è continuata con altri due legni, nel team event iridato e nella preolimpica di Rio, a ottobre è arrivato proprio grazie a lei il primo trionfo di una donna italiana in Coppa del Mondo,vincitrice di ben quattro tappe stagionali e del un ricco montepremi di 30 mila dollari. Cambiano gli interpreti, ma non il risultato che vede gli azzurri quasi sempre al top. Il settore giovanile continua a regalare gioie – interessanti soprattutto gli innesti in nazionale maggiore delle giovanissime Ilaria Raimondi e Arianna Bridi, nelle top ten a Kazan e brillanti alle Universiadi – e a conquistare medaglie nelle varie manifestazioni di categoria. Uniche macchie le involuzioni di Martina Grimaldi e Aurora Ponselè: per la prima un blocco mentale da risolvere, per la seconda i soliti problemi tattici sui cui lavorare per esprimere al meglio un talento che pare indiscutibile.

Nuoto sincronizzato, 8. L’anno di Giorgio Minisini. Che Mondiale per il primo sincronetto della storia d’Italia, sul podio nel duo misto tecnico con Manila Flamini prima e poi nel programma libero con Mariangela Perruppato. Come corollario ai due bronzi, un’estate da vero vip e un’incredibile forza per abbattere i pregiudizi che ancora imperversano in questo sport. Ma, come nelle passate stagioni, è tutta la Nazionale del ct Patrizia Giallombardo a crescere con costanza: brillanti soprattutto i risultati del libero a squadre e Linda Cerruti e Costanza Ferro nel duo libero, con l’Italia finalmente davanti al Canada per il sesto posto finale. Troppo poco? In uno sport in cui le gerarchie sono praticamente tutto, è importante aver scalato una posizione alla vigilia dell’anno olimpico. Le azzurre sono giovani e, pur ancora distanti dal podio, vogliono continuare ad avvicinarsi alle nazioni più forti del pianeta. In attesa di Minisini (il duo misto potrebbe debuttare a Tokyo 2020) ci attende un’altra Olimpiade per porre le basi verso le prossime stagioni. Non il massimo, ma non ci sono rimpianti.

Foto: Len

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