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Golf, un 2015 difficile per l’Italia. Tante le ombre, poche le luci (e tutte di Chicco Molinari)

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Il golf italiano manda in archivio un 2015 di grande sofferenza, tenuto in piedi dal solo Francesco Molinari e irradiato nel finale dalla nomina di Roma per la Ryder Cup 2022 (un evento storico per tutto lo sport azzurro). Ma lo straordinario risultato raccolto fuori dai green contrasta in parte con quanto fatto in giro per il mondo da due dei Big Three di casa nostra, ovvero Edoardo Molinari e Matteo Manassero, per un motivo o per un altro dei desaparecidos  durante tutto il corso della stagione. Le annate pesantemente negative di entrambi pesano inevitabilmente sul bilancio conclusivo, in cui il solo Chicco non può garantire una sufficienza striminzita a tutta la baracca.

Partiamo proprio dalla nota positiva rappresentata dal più giovane dei fratelli torinesi, capace di giocarsi anche tornei prestigiosi nel momento del suo picco di forma. E’ mancato tuttavia il passo più importante, quello decisivo per poter sfatare il tabù di una vittoria che manca ormai dal 2012: il secondo posto in Spagna, il quinto a Wentworth, il terzo al Memorial e il sesto all’Open di Francia non possono non lasciare anche un certo amaro in bocca al 33enne, troppo spesso fermatosi al palo nel momento di cambiare marcia durante le quattro giornate di un torneo. Il ranking mondiale, estremamente veritiero rispetto ad altre discipline, lo pone attualmente in 62esima posizione, causato dal periodo di pausa preso a settembre dal giocatore in concomitanza con la nascita della secondogenita. L’obiettivo, per il prossimo anno, sarà naturalmente quello di rientrare tra i primi 50 del mondo per permettersi di disputare tutti i Major ed i tornei più prestigiosi, oltre a quello – chissà – di ritornare ad alzare le braccia al cielo, senza dimenticare che il 2016 sarà l’anno della Ryder Cup…

A QUESTO LINK I RISULTATI DI FRANCESCO MOLINARI

Sono reduci da un annus horribilis, invece, Dodo Molinari e Matteo Manassero. Il primo, fermato anche da qualche infortunio, non ha replicato nemmeno lontanamente l’ottimo 2014 e si arenato abbondantemente fuori dai 110 della Race to Dubai. con otto tagli mancati (più un ritiro e una buffa squalifica causata dal caddie) ed una 33esima piazza come miglior piazzamento. Decisamente troppo poco per poter pensare di riavere la carta piena anche per il 2016. La Qualifying School, insomma, è stata inevitabile e anche lì il torinese ha dovuto soffrire le pene dell’inferno per poter strappare un posto per il prossimo European Tour (che, a proposito, ha cominciato male con due eliminazioni su due).

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Di Manassero abbiamo già parlato lungamente in quest’altra sede. La crisi del veronese sembra essere senza fine sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista mentale e nessuno avrebbe mai potuto prevedere in particolare delle difficoltà a livello psicologico soltanto due anni fa. Il veronese è sprofondato nella Race to Dubai e solo l’esenzione conquistata con il successo nel BMW PGA Championship del 2013 gli ha evitato una Qualifying School che, se giocata, difficilmente avrebbe superato. Dall’anno prossimo, però, il 22enne non potrà più sbagliare.

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Non ha fatto faville, ma ha confermato di essere un prospetto di sicuro avvenire Renato Paratore. Il 19enne si è ben districato nella sua prima stagione da professionista, in uno scenario estremamente competitivo come l’European Tour. Il finale è stato negativo con tanti tagli mancati da agosto in poi, ma per risultati il romano è stato di fatto il migliore dietro Francesco Molinari con una Top 10 conquistata in Repubblica Ceca e due Top 20 a Dubai e in Cina.

A QUESTO LINK I RISULTATI DI RENATO PARATORE

Twitter: @panstweet

Credit Valerio Origo

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