Seguici su

Rugby

Rugby: equiparati e giovani in rampa di lancio, le diciotto novità per il raduno dell’Italia. Ma al Sei Nazioni…

Pubblicato

il

Al Sei Nazioni 2016 mancano poco meno di due mesi e mezzo, ma il percorso di avvicinamento per l’Italrugby è già iniziato. Un raduno senza i (tanti ed importanti) giocatori impegnati all’estero può avere ben poco di indicativo in ottica lista convocati per il torneo continentale, ma le scelte di Jacques Brunel lasciano trasparire alcune possibili novità già a gennaio, oltre a offrire delle possibili basi di partenza per il suo successore (O’Shea?) che si insedierà sulla panchina azzurra a partire dal prossimo tour estivo.

Il ct francese ha inserito ben diciotto uncapped tra i 38 convocati, quasi inevitabile considerando il paniere comprendente soltanto il Pro12 e l’Eccellenza in cui ha dovuto pescare Brunel. Eppure, il baffuto transalpino non ha mancato nemmeno in questa occasione di sorprendere appassionati ed addetti ai lavori con le sue decisioni, che hanno generato al solito non poche discussioni. In prima linea non c’erano molti dubbi sui piloni sinistri: Matteo Zanusso e Andrea Lovotti non potevano essere ignorati, così come Pietro Ceccarelli (classe 1992) tra i piloni destri dopo il convincente inizio di stagione con la maglia delle Zebre. Dentro anche Simone Ferrari, classe ’94 del Benetton che non ha sfigurato in questo difficile approccio di Treviso alla nuova annata. Suscita qualche perplessità la chiamata di Ornel Gega (1990) tra i tallonatori e la contemporanea esclusione del compagno di squadra Bigi, nonostante il secondo abbia collezionato qualche spezzone di gara con Treviso a differenza di Gega, ancora lontano dal campo a causa di problemi fisici.

Non si registrano volti nuovi in seconda linea, mentre il reparto che più ha sollevato polveroni è sicuramente la terza linea. Brunel, infatti, ha deciso di chiamare in blocco tre giocatori equiparabili come Dean Budd, Dries Van Schalkwyk e Abraham Steyn, tutti di scuola e formazione sudafricana e approdati in Italia da ormai tre anni. Se per Steyn la maglia azzurra appariva pressoché inevitabile fin dall’arrivo a Mogliano, anche per via della sua giovane età (classe 1992), non lo era invece per Budd e Van Schalwkyk. Non per le loro indiscusse qualità di grandi lavoratori ed ottimi ball carrier, bensì per la loro carta d’identità: il primo arriva al primo raduno azzurro a 29 anni, il secondo a 31. Entrambi, nel breve periodo, potrebbero essere delle valide carte da sfruttare, ma per il nuovo corso dell’Italrugby la loro età non più verde può essere un limite. Anche perché, nel contempo, Brunel ha deciso di chiamare i due prospetti più talentuosi tra le terze linee, Maxime Mbandà e Marco Lazzaroni: classe 1993 il primo, classe 1995 il secondo. Mbandà si sta ancora barcamenando in Eccellenza, ma il salto nel Pro12 è solo una questione di tempo (ha già giocato da permit player), mentre il giovane friulano sta avendo problemi a trovare continuità con Treviso a causa di qualche infortunio di troppo. Le qualità, però, sono indubbie.

Infornata di ‘eccellenti’, invece, nella trequarti. Sei degli otto esordienti del reparto arretrato provengono dal massimo campionato italiano, mentre gli unici a militare nella lega celtica sono Edoardo PadovaniTommaso Boni, rispettivamente mediano d’apertura e centro delle Zebre. Il primo ha dimostrato di valere il livello del Pro12 ma di avere anche diversi margini di miglioramento, mentre il secondo deve ancora evidenziare tutto il proprio potenziale. L’altro centro esordiente della lista è Tommaso Castello, classe ’91 e capitano del Calvisano, anch’egli destinato probabilmente al salto in una franchigia nella prossima annata. Ben tre, invece, le nuove ali che Brunel ha intenzione di testare. In particolare, spicca il nome del classe ’94 Mattia Bellini, fiore all’occhiello della trequarti del Petrarca ma ammirato ad inizio stagione anche con la maglia delle Zebre come permit, con cui ha inoltre marcato una meta agli Scarlets. Più sorprendenti (almeno in parte) le convocazioni di Marco Susio (Calvisano, classe 1993) e di Andrea Buondonno (Mogliano, classe 1992), apparsi ancora piuttosto acerbi ma comunque dotati di qualità fisiche ed atletiche non indifferenti. Brunel, inoltre, ha voluto allargare il campo anche nel ruolo di estremo, per cercare di scovare soluzioni e porre rimedio alla mancanza di profondità dietro Luke McLean. Dall’Eccellenza, il ct transalpino ha convocato David Odiete (classe 1993) e Andrea Menniti-Ippolito (classe 1992): il primo, dopo delle stagioni negative alle Zebre, si sta riscoprendo a tratti dominante con la maglia del Mogliano grazie ai suoi micidiali contrattacchi, mentre il secondo sta contribuendo all’esaltante inizio del Petrarca con il suo ottimo piede. Al prossimo Sei Nazioni, tuttavia, in pochi dei sopraccitati faranno parte del gruppo che giocherà contro Francia, Inghilterra, Scozia e Irlanda (azzardiamo: tre), ma queste convocazioni potrebbero ritornare – chissà – molto utili in futuro.

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

Twitter:@panstweet

Foto: Profilo FB Padovani

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *