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Rugby, Mondiali 2015: la finale più attesa. All Blacks e Australia per salire sul tetto del mondo

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La rivalità più accesa della palla ovale, una Webb Ellis Cup da conquistare, un pezzo di storia da riscrivere e il tempio del rugby come cornice. La finale dei Mondiali 2015, insomma, è leggenda già prima di cominciare. Quando in un match del genere si ritrovano di fronte Nuova Zelanda e ed Australia, del resto, non potrebbe essere altrimenti. Una guerra iniziata nel lontano 1903, passata attraverso centocinquantaquattro battaglie ma che soltanto oggi, per la prima volta, decreterà chi tra le due si potrà fregiare del titolo di campione del mondo. L’epica, nel pomeriggio di Twickenham, assumerà un altro significato.

Ad infondere ulteriore pathos alla finale (come se ce ne fosse bisogno…), poi, ci sono statistiche e numeri, freddi e spesso inopportuni ma che aleggiano minacciosamente intorno alle due squadre. Anzi, in particolare sugli All Blacks. I neozelandesi, vincendo, potrebbero diventare i primi a salire sul tetto del mondo per due edizioni consecutive, ma oltre agli australiani i detentori del titolo dovranno battere anche la cabala. I Wallabies, infatti, sono (insieme al Sudafrica) la squadra contro cui i kiwi hanno un record negativo nei Mondiali (una vittoria e due sconfitte); gli aussie, dal canto loro, non hanno mai perso un match iridato sul suolo britannico nel corso della storia, considerando anche la RWC 1991 vinta dagli uomini in giallo. Curiosità insufficienti, tuttavia, a scalzare gli All Blacks dal loro apparente ruolo di favoriti con cui si presentano alla finalissima di Londra. Il percorso compiuto negli ultimi anni, la solidità soprattutto psicologica raggiunta da tutti i componenti della rosa e le prestazioni sfornate ai quarti ed in semifinale pongono la Nuova Zelanda su un gradino più alto rispetto all’Australia, seppur con un margine davvero risicato.

I meriti di questo gap davvero prossimo allo zero sono tutti dei Wallabies, capaci di risollevarsi dall’orlo del baratro in appena un anno grazie alla cura di Michael Cheika. Da una squadra in grandi difficoltà strutturali e da un ambiente tutt’altro che sereno l’ex ct del Petrarca è riuscito nell’impresa di costruire una vera e propria corazzata in tempi rapidissimi, tanto che in pochi avrebbero scommesso su un’Australia capace di arrivare fino in fondo al Mondiale soltanto qualche mese fa. Dubbi ed incognite spazzati via grazie ad un lavoro sapiente e razionale, improntato innanzitutto sulla ricerca di stabilità nel pacchetto di mischia e nelle fasi di conquista, necessarie per poi liberare a pieno i cavalli dei fenomenali trequarti a disposizione di Cheika. Con il rientro di un fuoriclasse come David Pocock, poi, tutto è diventato più semplice. Nonostante l’imperiosa scalata al vertice, tuttavia, i Wallabies restano quasi inevitabilmente ancora un passo indietro agli acerrimi rivali. Se l’attuale squadra neozelandese viene considerata la più forte di tutti i tempi un motivo ci sarà. In pochi, del resto, possono permettersi di schierare allo stesso tempo (e per l’ultima volta in maglia All Black) il mediano d’apertura, il terza linea e la coppia di centri probabilmente più dominanti nella storia dello sport. Dan Carter, Richie McCaw, Ma’a Nonu e Conrad Smith. Ma non solo. Perché alla base dello strapotere nero delle ultime stagioni, mai così accentuato, non c’è soltanto la competenza tecnica e tattica, ma soprattutto la straordinaria confidenza nei propri mezzi e l’impressione di non cadere mai nel panico in qualunque situazione, nemmeno in quelle più complicate. Compiere l’ultimo passo di un’irresistibile scalata verso la Webb Ellis Cup potrebbe apparire semplice, ma non con questi Wallabies. La lotta, insomma, è più aperta che mai. E l’attesa è finita.

Kick-off alle ore 17:00, diretta tv su Sky Sport 2

Australia: 15 Israel Folau, 14 Adam Ashley-Cooper, 13 Tevita Kuridrani, 12 Matt Giteau, 11 Drew Mitchell, 10 Bernard Foley, 9 Will Genia, 8 David Pocock, 7 Michael Hooper, 6 Scott Fardy, 5 Rob Simmons, 4 Kane Douglas, 3 Sekope Kepu, 2 Stephen Moore (c), 1 Scott Sio
A disposizione: 16 Tatafu Polota-Nau, 17 James Slipper, 18 Greg Holmes, 19 Dean Mumm, 20 Ben McCalman, 21 Nick Phipps, 22 Matt Toomua, 23 Kurtley Beale

Nuova Zelanda: 15 Ben Smith, 14 Nehe Milner-Skudder, 13 Conrad Smith, 12 Ma’a Nonu, 11 Julian Savea, 10 Daniel Carter, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read, 7 Richie McCaw (c), 6 Jerome Kaino, 5 Sam Whitelock, 4 Brodie Retallick, 3 Owen Franks, 2 Dane Coles, 1 Joe Moody
A disposizione: 16 Keven Mealamu, 17 Ben Franks, 18 Charlie Faumuina, 19 Victor Vito, 20 Sam Cane, 21 Tawera Kerr-Barlow, 22 Beauden Barrett, 23 Sonny Bill Williams

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Arbitro: Nigel Owens

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