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Ciclismo

Giro di Lombardia 2015: l’apoteosi di Vincenzo Nibali

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Provate a spiegarglielo ora che il suo 2015 è stato “deludente” perché non ha vinto un grande giro. Vincenzo Nibali ne ha parlato con orgoglio mercoledì pomeriggio, dopo aver dominato la Tre Valli Varesine: “Credo sia ingiusto sottovalutare le mie vittorie qui, alla Bernocchi e al Tricolore, oltre ad un Tour dove comunque sono arrivato quarto vincendo una tappa“. Ciononostante, dalle sua parole traspariva comunque un pizzico di amarezza.

Perché un grande campione, quando è tale (cioè quando alla parola “campione” si aggiunge anche l’aggettivo “grande”), cerca sempre il modo per ottenere nuove vittorie. E, possibilmente, per farlo con uno stile, con delle azioni, con dei gesti che restino scolpiti nella memoria degli appassionati e non solo negli almanacchi del ciclismo. Ecco spiegato l’attacco sul Civiglio, in discesa ovviamente: perché se Nibali è uno scalatore eccellente, in discesa non ha semplicemente rivali. E in quelle curve, in quei rettilinei, in quei continui cambi di traiettorie e di velocità lo Squalo demoliva, secondo dopo secondo, metro dopo metro, la pur validissima concorrenza. E andava a conquistare il Giro di Lombardia, prima classica monumento di una carriera che lo aveva già portato nel ristretto club della Tripla Corona: dei cinque colleghi di questa elevatissima nicchia, solo Eddy Merckx, Felice Gimondi e Bernard Hinault hanno saputo aggiudicarsi anche la classica delle foglie morte.

Nibali Grande tra i Grandi, dunque. Dietro a Nibali c’è però una squadra che, mese dopo mese, ha demolito perplessità tutto sommato inevitabili, viste alcune scelte tattiche per Giro d’Italia e Tour de France. Dietro a Nibali, soprattutto, c’era un Diego Rosa in stato di grazia, d’altronde quanto fatto a Superga rappresentava più di una certezza in vista della giornata odierna per il ventiseienne piemontese. Nibali, Rosa e ovviamente Fabio Aru: l’Italia che piace, l’Italia che vince, l’Italia che veste l’azzurro di Astana.

Foto: ufficio stampa RCS

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marco.regazzoni@oasport.it

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