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Ginnastica, Mondiali 2015 – Le pagelle all-around: Biles plutonica, Douglas torna, Iordache esplode e le azzurre…

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Ieri sera si è disputata una spettacolare Finale All-Around ai Mondiali 2015 di ginnastica artistica. Di seguito le consuete pagelle alle ginnaste che si sono messe più in vista (i voti sono parametrati in base alle loro potenzialità).

 

SIMONE BILES: 10. Il voto è all’impresa in sé, quella mai realizzata da nessun’altra ginnasta nella storia: laurearsi Campionessa del Mondo per tre volte consecutive! Lo ha fatto di nuovo, with love, e anche con quel pizzico di fatica che difficilmente ha contraddistinto uno dei talenti più puri visto in ambito sportivo.

La statunitense ha superato (almeno come palmares) miti del calibro di Nadia Comaneci, Larisa Latynina, Nellie Kim, Maria Kuchina, ha agguantato il numero di trionfi nell’all-around di Svetlana Khorkina (che non li conquistò uno in fila all’altro), è diventata la ginnasta più medagliata del suo Paese (11 medaglie iridate di cui 9 d’oro). Avrà pure commesso delle sbavature importanti per il suo livello, ha rischiato una clamorosa caduta alla trave dove davvero le è venuto un infarto, è uscita di pedana, ha commesso un passo in avanti al volteggio: ha gestito bene la pressione ma si è visto quanto fosse tesa per l’appuntamento con la leggenda.

La 18enne di Columbus ha davvero rivoluzionato la disciplina, tecnicamente e mediaticamente, stupendo tutti di continuo, in un modo o nell’altro.

 

LARISA IORDACHE: 9. La dimostrazione di come si possa resettare tutto, dimenticare gli errori, accettare con onore le giuste critiche dopo la gara di venerdì (la stampa locale ha picchiato duro sulle ragazze, com’è giusto che sia visto che si tratta di sport agonistico) e ritornare dove si merita.

La vicecampionessa del Mondo, partita dalla trave e senza avere il confronto diretto con le altre big, confeziona una gara meravigliosa, alla rincorsa di una meritatissima medaglia, l’unica che il suo Paese avrebbe potuto portare a casa da questa rassegna iridata dopo il disastro del turno di qualificazione.

Lo scricciolo di Bucarest non sbaglia nulla, crede fino in fondo alla possibilità di confermarsi sul podio, vuole addirittura l’argento (che le sfuggirà per un soffio) e ribadisce la sua caratura internazionale. Tra trave (14.766), parallele (14.800) e corpo libero (14.475) fa capire che il black-out del giorno 1 è stato solo un incidente di percorso.

 

GABBY DOUGLAS: 9. Che ritorno! Dopo tre anni di assenza, dopo la meritata pausa presa per staccare dallo stress che le aveva permesso di laurearsi Campionessa Olimpica, ritorna sul palcoscenico iridato e fa subito centro conquistando la sua prima medaglia individuale. Era impossibile battagliare seriamente con Simone, nonostante la gara della connazionale non sia stata perfetta come si credeva. Un meritato argento, per un quadretto di grande USA da incorniciare. Spettacolari le parallele da 15.033 e ammirevole la strenua difesa al corpo libero per evitare l’assalto da parte di Larisa.

 

CHUNSONG SHANG: 7. Quando i limiti fisici diventano un problema. Fisico troppo esile (ma siamo sicuri che abbia più di 15 anni?), manca la muscolatura e al volteggio non può esibire altro che un semplicissimo avvitamento. È proprio su quell’esecuzione che si infrangono i sogni della cinese nell’ultima rotazione: fino a quel punto aveva giganteggiato, soprattutto alle parallele (15.166) ed era in piena lotta per il podio. Serviva qualcosa di più.

GIULIA STEINGRUBER: 7,5. La Campionessa d’Europa è caduta dalla trave e lì si sono spente le speranze di conquistare una difficile medaglia. Seconda nel turno di qualificazione, la svizzera ha sicuramente pagato un livello d’elite oggi decisamente troppo elevato per i suoi standard (pur non cadendo sarebbe arrivata massimo quarta). Certo che quel volteggio e quel corpo libero sono davvero eccezionali.

SEDA TUTKHALYAN: 5. La scuola russa esce con le ossa rotta delle due gare più importanti della settimana iridata: quarto posto con la squadra, addirittura 15esima piazza per l’unica all-arounder portata in finale. Molto, molto male. Cade dalla sua trave, per il resto della gara fatica a mettersi in mostra e chiuderà lontanissima dalle posizioni che contano dopo un buon turno di qualifica.

 

CARLOTTA FERLITO: 7. I millesimi non le dicono bene in questo Mondiale (25 in più e sarebbe stata decima), ma questo poco incide sulla valutazione di una valorosissima prova a chiusura di una rassegna in cui l’abbiamo vista combattiva, incisiva, volitiva, ben disposta tecnicamente. La ciliegina sulla torta è quel favoloso 14.441 alla trave, terzo punteggio assoluto di giornata, meritato per la prova pulitissima eseguita in maniera ultraconvincente. Perde qualcosina sugli altri attrezzi (13.633 al corpo libero, 14.066 al volteggio con piccola imprecisione sull’avvitamento e mezzo), si difende egregiamente alle parallele. Non delude alla sua terza finale iridata nel concorso generale,

TEA UGRIN: 7. Stampa due 14 (pregevolissimo quello alle parallele, l’altro al volteggio) in un Mondiale in cui è stata continua, precisa e sempre sul pezzo. Sostituisce egregiamente Vanessa Ferrari, fa esperienza nella sua prima gara uscita internazionale in azzurro (senza dimenticare gli European Games) e onora al meglio la prova regina con un 14esimo posto finale da custodire gelosamente nel cassetto.

 

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