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Ciclismo: Davide Rebellin, quando la passione vince l’età

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Premessa: questo articolo non è adatto a chi crede che un corridore squalificato per doping non possa, una volta saldato il proprio conto, tornare a gareggiare e a vincere. Anche se il caso di Davide Rebellin è particolarmente intenso da ogni punto di vista, sia per quell’argento olimpico revocato (e non restituito, nonostante l’assoluzione postuma arrivata questa primavera), sia per il suo atteggiamento talvolta polemico nei confronti della nazionale italiana.

La peculiarità più clamorosa, tuttavia, è data dal fatto che questo ragazzo, a 44 anni suonati, metta ancora in fila corridori che potrebbero tranquillamente essere suoi figli. Due vittorie anche nel 2015: una tappa al Giro di Turchia e la Coppa Agostoni, non proprio un circuito di paese. Una lunga serie di piazzamenti, tra cui spiccano il terzo posto al Gp Industria&Commercio e tanti risultati onorevoli tra Tre Valli Varesine, Coppa Sabatini, campionato nazionale, Giro di Polonia. Un unico, grande rimpianto: non aver potuto correre il Giro d’Italia, in quanto “persona non gradita” sebbene la sua CCC Sprandi Polkowice, inconfondibile squadra polacca dalla divisa arancione, fosse stata chiamata a partecipare.

Rebellin persona non gradita, certo. Come se le vicende a cui abbiamo accennato in apertura potessero cancellare una Liegi-Bastogne-Liegi, un’Amstel Gold Race, tre edizioni della Freccia Vallone, una Tirreno-Adriatico, una Parigi-Nizza e una tappa al Giro d’Italia, solo per ricordare le gemme più belle di una carriera che lo ha visto vincere 65 volte in 24 anni e inoltre collezionare una serie interminabile di piazzamenti, perché la regolarità è sempre stata il suo forte.

Beh, Rebellin a 44 anni vince ancora e sinora non ha manifestato propositi di ritiro, sebbene la malasorte si diverta ogni tanto a tendergli dolorosi tranelli (magari sotto forma di un cane che gli taglia la strada e lo fa cadere, come accaduto nell’ultima tappa di un Giro di Turchia altrimenti vinto). Davide Rebellin è passione: è passione contro tutti e contro tutti, contro chi l’ha dato per finito chissà quante volte e contro chi ha pensato di buttarlo via anche dopo aver pagato i propri debiti, anche dopo aver avuto una pesantissimo assoluzione perché “il fatto non sussiste”. Anche contro chi, a 44 anni, gli ha impedito di partecipare al Giro d’Italia. Lui, che ha quel palmarés. Lui, che è ancora adesso il miglior azzurro nella classifica del circuito europeo. 

foto: Gianluca Santo

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marco.regazzoni@oasport.it

 

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