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Nuoto, Mondiali Kazan 2015. Il pagellone della quinta giornata

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FEDERICA PELLEGRINI 9: infinita! Un argento che, in prospettiva olimpica, potrebbe valere quasi più di quello individuale. Piazza la seconda rimonta stratosferica a un anno esatto dall’oro europeo che fece sobbalzare l’Italia sul divano. Anche stavolta c’era da riprendere la Svezia e ancora una volta ne esce vincitrice con una frazione all’arrembaggio dalla prima all’ultima bracciata che piega anche Cina e Gran Bretagna che si erano illuse nelle prime tre frazioni. Alzi la mano oggi chi ricorda le bizze di Riccione o le polemiche per l’acqua troppo calda a Verona?

ALICE MIZZAU 8: attenzione. Se è vero che le campionesse si vedono nel momento di difficoltà, l’Italia oggi si ritrova con una campionessa in più. Non è la vera Mizzau quella di Kazan o almeno non è quella sfavillante di Riccione. Non neghiamo che c’era grande preoccupazione in vista della staffetta dopo averla vista arrancare nei 400 prima e nei 200 poi. Invece trova la giornata giusta al momento giusto e, in una grande manifestazione, non è da tutti cambiare marcia in corsa, dopo qualche delusione assortita. Il lancio a 1’57”50 mentre Sjostrom e Franklin si davano battaglia su ritmi impressionanti, è il segnale chiaro che l’Italia salirà sul podio. Una prestazione da campionessa in erba, un messaggio che l’Italia non è solo Pellegrini.

CHIARA MASINI LUCCETTI 8: se non avesse lo spiccato accento toscano si potrebbe pensare ad una svizzera naturalizzata. La puntualità è diventata una sua caratteristica da un anno a questa parte. Svestiti i panni della velocista pura, si è dedicata anima e corpo al progetto 4×200 stile libero e si sta prendendo soddisfazioni incredibili. Oggi 1’57”52 lanciato con Svezia e Usa lontanissime, con l’ansia di dover avvicinare o non lasciarsi scappare Cina e Gbr, che mulinavano lì davanti. Un passaggio killer a 56”96 e nessun crollo nei secondi 100. Bravissima!

ERICA MUSSO 7.5: piace più al mattino che al pomeriggio. In mattinata addirittura appare pimpante e recupera un po’ su tutte le rivali. Al pomeriggio soffre il contesto ma ha il grande merito di non crollare e non farsi prendere dal panico. Chiude con 1’58”66 lanciato, sa di poter fare meglio ma alla fine fornisce un contributo importante al quartetto e, da esordiente, conquista uno dei risultati destinati a restare nella storia del nuoto azzurro.

LUCA MENCARINI 6.5: undicesimo al mondo. L’ex campione mondiale giovanile non è ancora esploso in tutte le sue potenzialità, forse deve crescere ancora un po’ nel fisico e nella gestione della gara. Però ha il merito di superare un turno (e non è cosa scontata per gli atleti di fascia intermedia della nazionale azzurra) e in semifinale disputa una buona gara a quattro decimi dal personale. Quello che ci si dovrebbe aspettare come minimo sindacale da tutta la squadra.

LUCA PIZZINI 6: riesce superare il turno del mattino chiudendo a due decimi dal personale e non è male. La finale è una mission impossibile e si sa però l’operazione miglioramento al pomeriggio non riesce e questo un po’ dispiace perché con qualche treno importante a fianco il record personale si poteva fare.

ERIKA FERRAIOLI 5: che non fosse la migliore Ferraioli si era già capito in staffetta. La batteria del mattino non fa altro che confermare le difficoltà della velocista azzurra che si peggiora rispetto a domenica scorsa e fallisce una semifinale sulla carta alla portata. Percorso di crescita bruscamente fermato ma ha le qualità per risalire la china.

CRISTOPHER CICCARESE 5: la cosa bella è che la prende con filosofia. Fa parte del gruppo in regresso rispetto ad un 2014 in grande spolvero. Fin da Riccione ha dimostrato di soffrire la presenza ingombrante di Sabbioni e Mencarini. Gara anonima, senza guizzi, senza cambio di passo e crono a un secondo e mezzo da un personale che gli avrebbe permessi di avvicinare addirittura la finale.

ILARIA SCARCELLA 5.5: il discorso è sempre lo stesso. Sei mesi fa era fuori da tutto, quasi una ex, senza risultati di rilievo da qualche anno. Ora partecipa a un Mondiale e se la gioca per superare il turno. Stavolta, però, il rimpianto c’è perchè il tempo fatto segnare a Riccione sarebbe stato sufficiente a regalarle il palcoscenico del pomeriggio. Un po’ di amaro in bocca rimane.

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