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Ciclismo: il talento di Yates, la sfortuna di Van Avermaet

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Di banale, nella Clásica San Sebastian corsa sabato, c’è stato poco o nulla. Dal vincitore, dal possibile vincitore fino ad arrivare all’oscuramento della gara al pubblico televisivo, a causa di un’avaria all’aereo ponte che per gran parte del pomeriggio non ha fornito le immagini alle emittenti. Per l’incredulità dell’inconsapevole vincitore, Adam Yates, il segnale era ritornato, ma non in tempo per far vedere la scelleratezza di una moto della carovana, capace di buttare a terra Greg Van Avermaet mentre questi si avviava probabilmente in solitaria verso il trionfo. Nel bene e nel male, i due grandi protagonisti delle strade basche e un pezzo di passato, presente e futuro delle corse di un giorno.

Già, perché Adam ha confermato una volta di più tutto il proprio talento. Il successo non sarà stato tutto farina del suo sacco, certo, ma il modo in cui il 23enne dell’Orica GreenEDGE ha staccato gente del calibro di Daniel Martin, Philippe Gilbert, Alejandro Valverde e Purito Rodriguez non può essere casuale. Classe 1992, la giovane promessa della terra d’Albione sta dimostrando in questi primi due anni di professionismo il grande potenziale a disposizione, tanto da aver messo in cascina già tre successi lo scorso anno: una tappa e la classifica generale al prestigioso Giro di Turchia e il GP Industria & Artigianato, senza contare i diversi piazzamenti di rilievo ottenuti (sesto posto al Delfinato 2014, quinto al California 2014, nono alla Tirreno-Adriatico 2015), anche in un paio di giornate all’ultimo Tour de France 2015 (settimo a La Pierre-Saint-Martin e sul Mur-de-Bretagne). A San Sebastian tutti attendevano gli spagnoli, ma sugli strappi baschi a consacrarsi ulteriormente come uno dei prossimi big delle future corse di un giorno è stato Yates. Nonostante sul traguardo non ci credesse nemmeno lui. L’appuntamento, ora, sembra essere per l’esordio – chissà – nelle Classiche delle Ardenne del 2016. Quel che è certo, comunque, è che il ciclismo britannico è nelle sue (e in quelle del gemello Simon, altrettanto forte ma meno vincente fin qui) gambe.

Altrettanto stellare è Greg Van Avermaet, ormai da diverse stagioni a queste parti, ma all’enorme quantità di talento corrisponde anche l’incredibile incapacità di scrollarsi di dosso quella nomea di splendido perdente ormai ben radicata tra tifosi ed appassionati. L’attacco portato sabato era quello giusto, la Clásica di fatto era in tasca e nemmeno Yates forse avrebbe potuto raggiungere il belga. La sfortuna, quella che gli pone sistematicamente davanti corridori un pizzico più fenomenali di lui, ha tuttavia voluto nuovamente presentare il conto al 30enne fiammingo. E’ bastata una manovra quantomai azzardata (eufemismo…) di una moto dell’organizzazione per mandare ancora all’aria i sogni di gloria di Van Avermaet, trascinato a terra dall’imprudenza del pilota (clicca qui per il video) e dalla sventura sua fedele ed impropria compagna di viaggio. Anche perché in corsa, a conti fatti, lui poi sbaglia poco o nulla. Ma si sa, in ogni epoca c’è chi abituato a vincere e chi, nonostante delle potenzialità da fuoriclasse, è costretto ad accontentarsi.

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