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Superbike, Round Misano 2015: il talento cristallino di Max Biaggi ed una SBK in ribasso

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Nell’ottavo round del Mondiale Superbike 2015, sul tracciato di Misano Adriatico, il ritorno di Max Biaggi in sella alla RSV4 Aprila è stato un successo. Al di là di tutte le chiacchiere che sono state fatte sul modo in cui la stampa e, in generale, i media abbiano enfatizzato il weekend del “corsaro” resta intatto il riscontro della pista.

Un Biaggi che all’età di 44 anni si è disimpegnato alla grandissima, giungendo due volte sesto nelle manche disputate, e dando l’impressione di acquisire sempre più confidenza con il mezzo, nella configurazione gara, giro dopo giro. Un talento cristallino, quello del romano, riconosciuto dagli stessi rivali in pista, a cominciare dai suoi compagni di squadra. Sono state significative le parole di Leon Haslam che hanno confermato come il lavoro di Max, nel corso delle prove, sia stato importantissimo, per gli altri drivers del team Aprila, per acquisire una mole di dati propedeutica ad un buon riscontro sulla durata.

In buona sostanza, una bella lezione data a qualche sbarbatello del Mondiale che apre i soliti interrogativi su una categoria che, probabilmente, non ha più lo stesso appeal dei tempi di Bayliss, Fogarty ed Edwards. Il ritorno di Max è stato, chiaramente, anche dettato da logiche commerciali nel tentativo di attrarre ancor più persone all’evento, sia live che in tv, e “vendere” il prodotto SBK. Un’operazione “nostalgia” che già era stata fatta con Troy Bayliss, ad inizio anno, ed ora replicata con il pilota italiano che si esibirà nuovamente in Malesia per il decimo appuntamento iridato. Tuttavia, un meccanismo che potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.

Di cosa parliamo? Basare una fetta importante della propria promozione su un personaggio che, tempo un’altra gara, tornerà in territori privati non è certo una visione di marketing a lungo termine. E’ più affine ad una strategia da “tappa buchi” e a breve scadenza. Ma cosa farà la formula delle derivate di serie quando Max deciderà di appendere definitivamente il casco al chiodo? Una domanda che, allo stato attuale delle cose, non sembra molto preoccupare la gestione della Dorna, con Don Carmelo Ezpeleta a tirare le fila dei giochi.

Un’eventuale soluzione dovrebbe essere un maggiore investimento su un ricambio generazionale in grado di ricreare un ambiente che, purtroppo, sta sempre più diventando una sorta di succursale del Mondiale di MotoGP anche per le impostazioni mediatiche. Di fatto, le scelte dal punto di vista commerciale sono molto simili a quelle che nella top class riguardano Valentino Rossi, con la sostanziale differenza che per Vale non si parla di wild card ma di partecipazione effettiva. La SBK dovrebbe essere un’alternativa ed invece si sta trasformando in qualcosa di subalterno e le decisioni che si stanno prendendo portano a questa conclusione.

E’ necessaria un’attenta riflessone sul format organizzativo prima che tale categoria perda definitivamente i propri tratti distintivi nel confronto con la formula dei prototipi.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Foto di Fabio Bosi

Twitter: @Giandomatrix

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