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Hockey Pista|Mondiali 2015, Massimo Mariotti: “Alcobendas è il passato. Servono gli occhi della tigre!”

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Come al solito prima di un appuntamento importante cari lettori appassionati (e non…) dell’hockey pista, OASport non manca di intervistare Massimo Mariotti, ct della nazionale italiana maggiore che si sta preparando assieme ai suoi giocatori per il Mondiale 2015; da disputarsi in Francia a La Roche sur Yon.

Determinato e convinto, il tecnico toscano sembra voler guardare al presente sfruttando però le esperienze vissute nel passato essendo al contempo molto realistico rispetto al torneo che attende la rappresentativa azzurra.

Dopo il trionfo di Alcobendas, con che spirito la nazionale si presenta ai Mondiali?

“La vittoria all’Europeo ci ha dato sicuramente più autostima e convinzione nei nostri mezzi e nella nostra competitività. Fame e compattezza di gruppo devono essere quindi le nostre parole d’ordine per andare ancor più in alto sapendo comunque che non abbiamo le individualità di Spagna, Argentina e Portogallo, le quali possono sopperire a cali di tensione con giocate eccezionali ed elementi di spicco.
Dobbiamo tenere i piedi per terra, presentarsi da campioni d’Europa è un peso ed una responsabilità con cui imparare a convivere. Ma il passato, seppur bello, è ormai alle nostre spalle: ora dobbiamo concentrarci sul Mondiale e su un girone eliminatorio dove serve arrivare assolutamente al primo posto per ottenere un quarto di finale più abbordabile”.

In questi anni com’è cambiato il gioco dell’Italia rispetto al Mondiale 2013?

“In due anni siamo migliorati sotto il profilo della percentuale di realizzazione diventando più propositivi in tutto il gioco offensivo cercando nuove e diverse soluzioni per concretizzare una buona mole di gioco. Inoltre abbiamo qualche giocatore che può migliorare a livello internazionale, giovani tipo Ambrosio, Pagnini e Verona. Poi entrando nello specifico della rosa, ti dico che avere soltanto due difensori di ruolo (Motaran e Amato) e due universali (Cocco e Illuzzi) ha ampliato la fantasia nell’impostazione da dietro”. 

Il girone eliminatorio è ampiamente alla nostra portata, e potrebbe aprirci le porte per un quarto di finale abbordabile: come si tiene alta la soglia dell’attenzione del gruppo?

“Il Gruppo in cui siamo stati sorteggiati può sembrare agevole, ma attenzione perchè il Cile è arrivato quarto agli ultimi Mondiali, davanti a noi che siamo arrivati quinti. Oltretutto l’ingresso della Colombia nel panorama hockeystico è sempre più marcato poichè stanno investendo molto e contemporaneamente utilizzano un progetto di collaborazione tecnica con la vicina Argentina che li proietta a rapidi ed importanti miglioramenti”.

Un punto di forza e un aspetto da migliorare, della nazionale anche per il futuro?

“Certamente avere due portieri come i nostri, che se si ripetono sui livelli dell’anno scorso e dell’ultimo campionato sono molto difficili da superare, è un vantaggio.
L’aspetto invece su cui migliorare riguarda il gioco di movimento: ad eccezione di Verona e Motaran, che giocano entrambi nel Forte dei Marmi, abbiamo interpreti che vengono da sette club diversi ed ognuno di loro è il punto di riferimento per la propria società, quindi difettano un po’ tutti nel giocare senza palla.
Ripeto, la componente fondamentale per vincere sarà sempre quella di avere la voglia di stupire e di trovare la forza di volontà di superare gli avversari mostrando gli occhi della tigre”.

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Foto: Alberto Vanelli

michele.cassano@oasport.it

 

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