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Ciclismo

Giro d’Italia 2015: l’ultimo duello tra il Pistolero e il Cavaliere

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Era l’ultimo duello, l’ultima occasione per confrontarsi, usare le proprie armi e vinca il migliore. Anzi, un migliore c’era già, prima di questa tappa, perché 4’37” di distacco rappresentavano più di una sentenza: eppure lo spettacolo non è mancato.

Il Cavaliere dei Quattro Mori ci ha provato, con tutta la sua generosità, la sua gioventù, il suo talento. Il Pistolero ha fatto fatica: la pistola, appunto, sembrava davvero scarica negli ultimi chilometri di quell’inferno in terra chiamato Colle delle Finestre, teatro naturale ed ideale di un duello un po’ cavalleresco, un po’ stile vecchio West.
Ma chi conosce al meglio le proprie armi sa come ovviare a questi inconvenienti: niente panico, il vantaggio è tanto. Qui è venuta fuori tutta la straordinaria classe del Pistolero, condita dall’esperienza dei suoi trentadue anni e mezzo: sapersi gestire in un momento di così forte difficoltà, perché ben poche volte in carriera appariva tanto incollato ad un terreno sempre più a forma di baratro, si è rivelata l’ultima e suprema prova di tutte le sue doti.

Gioventù, freschezza, talento puro da un lato; intelligenza, razionalità, esperienza (e classe genuina, ovvio) dall’altro. Il Cavaliere e il Pistolero se le sono suonate, in un certo senso arbitrati dal Basco che, preso tra ordini di scuderia e comprensibili brame personali, è rapidamente passato dal ruolo di possibile sovvertitore degli schemi prefissati a quello di palafreniere del Cavaliere. Il verdetto è noto: vincono entrambi, ad uno la gloria di giornata, all’altro quella che resta negli almanacchi. Ad uno la vittoria dell’oggi, all’altro un ulteriore seme per quella del domani.

foto: pagina Facebook Giro d’Italia

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marco.regazzoni@oasport.it

3 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    30 Maggio 2015 at 23:57

    Alla fine la cronometro è stata decisiva. Non mi soffermerei sugli errori della squadra kazaka. Si sono create situazioni a priori difficilmente prevedibili quindi anche la strategia era si difficile interpretazione. Col senno del poi tutto è più facile. Personalmente ho viston un grande Landa e 4 campioni Contador, Aru, Hesjedal e Uran accomunati dal superare le difficoltà con orgoglio e classe. Ad Aru servirà e molto questa esperienza in ottica futura.

    • ale sandro

      31 Maggio 2015 at 01:36

      Negli esempi che ho fatto non penso sia questione di senno del poi. L’Astana ha fatto degli errori di interpretazione su situazioni abbastanza chiare di vantaggio già ben delineate in corsa, errori che se evitati potevano mettere ancora più in discussione la classifica, fermo restando che Contador è sempre stato il favorito anche correndo con la sua squadra in difficoltà, e si è dimostrato quindi complessivamente il migliore. Poi con tutti gli episodi che ci sono stati,anche in tappe di media montagna o addirittura di pianura, pur essendo la crono lunga,impegnativa e importante, non la ritengo così decisiva, c’era tutto lo spazio per provare ancora a cambiare la situazione, cosa che parzialmente è accaduta sia nell’uno che nell’altro senso (tipo l’allungo di Contador a Verbania). Comunque l’esperienza a entrambi i corridori dell’Astana servirà molto.
      Oltre a Hesjedal sempre all’attacco nell’ultima settimana, ho apprezzato tra i più combattivi anche l’olandese Kruijswijk che ritorna nei 10 della generale dopo qualche anno. E Damiano Caruso che si conferma nei 10 di una grande corsa a tappe ,dopo la scorsa Vuelta,con una corsa molto regolare.

  2. ale sandro

    30 Maggio 2015 at 21:57

    Un bel Giro senza dubbio secondo me. Avercene di corse così spettacolari e combattute sin dall’inizio, grazie anche all’Astana che sin dal principio ha rischiato il tutto per tutto per isolare il fuoriclasse madrileno. Certo ha commesso degli errori la squadra kazaka, a Campitello col doppio inseguimento di Landa e Aru tra loro stessi; a Madonna di Campiglio quando in 5 contro uno potevano partire all’attacco a coppie un passista e uno scalatore per costringere Contador all’inseguimento; e sul Mortirolo dove la cosa migliore mi era sembrata che Aru andasse col suo passo da subito e Landa all’attacco sin dai primi chilometri a fare corsa autonoma. Cose anche vistose, ma c’è da ammettere che hanno trovato contro il solito stratega capace di gestire al meglio la corsa e le alleanze (o i giochi di squadra altrui) che le situazioni di gara presentano, e capire quando “intimidire” nel momento giusto gli avversari. Da solo.
    Oggi effettivamente la squadra di Aru e Landa ha fatto ciò che andava fatto secondo me. Magari un po’ più di sicurezza nello scegliere se lasciare Landa avanti o farlo riprendere dal gruppetto di Aru, possibilmente prima dei 15 km finali, poteva essere utile. Ma parliamo di 2° e 3° posto della generale con due ragazzi di 24 e 25 anni, contro il più grande dal “dopo Operation Puerto”, e 5 tappe vinte.
    Un Landa che merita tantissimo spazio in futuro, uno scalatore veramente forte che può ancora migliorare molto a mio parere, dato che pure lui dopo l’Aprica sembrava quasi incredulo per ciò che stava facendo. In un’altra squadra da capitano ,secondo me il Giro non lo vinceva, ma avrebbe tenuto in scacco ancora un po’ di più Contador.
    La stessa cosa che avrebbe potuto fare Aru in caso di preparazione senza intoppi. Il sardo che ha ovviamente dei limiti anche di esperienza, oltre a una certa sofferenza per le pendenze grandi vista anche lo scorso anno ad esempio sullo Zoncolan ,dove deve andare sempre col suo passo al momento, ha fornito una grande conferma del suo valore di uomo da grandi giri con la sua capacità di recupero,anche alle crisi, e le sue doti di fondista. Ha una brillantezza nei finali come quelli di Cervinia e del Sestriere di oggi ,esagero 😀 , da far invidia a certi finisseur in una Liegi o del Lombardia (dove mi pare fu 9° e nel vivo della corsa lo scorso anno).
    Non so se capiterà un altro duello tra Contador e Aru, di sicuro mi piacerebbe rivederli entrambi al Tour, visto che immagino un ruolo di capitano per Landa alla Vuelta. Andare in Francia ad ambientarsi, proprio quando sta in realtà iniziando una fase di ottima forma, sarebbe molto interessante per Aru, per il quale andrebbe benissimo un ruolo di aiuto a Nibali.
    Di sicuro so che vorrei rivedere un Giro interpretato all’attacco dai corridori anche l’anno prossimo,dove spero ci sia nuovamente anche lo stesso Nibali.

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