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Ciclismo

Giro d’Italia 2015: la paura e la speranza

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La paura è un attimo, infinitamente lungo e altrettanto breve: un momento che travalica lo spazio-tempo e blocca tutto, magari anche il respiro. Si resta lì, inerti, sorpresi, traditi da un fatto improvviso, inaspettato, spaventoso.

Milioni di persone avranno provato queste cose oggi pomeriggio, ad una quarantina di chilometri dal traguardo della terza frazione del Giro d’Italia: impietose le immagini dalla discesa di Barbagelata, dove Domenico Pozzovivo ha prima picchiato e poi letteralmente strisciato il viso sull’asfalto in seguito ad una violenta caduta a velocità facilmente intuibile, vista la pendenza favorevole. Lo tradisce una curva verso destra che non dà il tempo di pensare: giù all’improvviso, senza poter correggere alcunché, senza rendersi conto di quanto accade. Hubert Dupont sì, se ne rende conto subito: il fido compagno di Pozzovivo nelle file dell’Ag2r si ferma e si dispera, invocando aiuto. L’aiuto giunge da un generoso spettatore, che comunque – solo per eccessivo impeto di generosità, sia chiaro – sposta fisicamente l’immobile corridore per evitare ulteriori impatti con atleti, moto o auto: gesto lodevole, ma assolutamente da evitare nei casi di incidenti tanto gravi perché si potrebbero arrecare ulteriori conseguenze.

Ecco, la paura regna in quei minuti, sino a quando accorre un agente della Polizia Locale, poi arrivano i sanitari: il piccolo lucano, che in questo Giro puntava al primo podio della carriera, viene portato via in ambulanza. Ma alla paura, acuita dal tragico ricordo di un Wouter Weylandt portato via nel fiore degli anni proprio dalle strade liguri, segue la speranza: il professor Giovanni Tredici, capo dell’equipe medica del Giro d’Italia, parla immediatamente di un “corridore cosciente, che respira autonomamente“. Il trauma cranico e il trauma facciale non rendono fortunatamente necessaria l’intubazione: queste notizie alleggeriscono il cuore degli appassionati. Queste notizie donano nuova speranza dopo l’atroce paura.

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marco.regazzoni@oasport.it

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