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Atletica, Usain Bolt rientra ma è solo terrestre. Pioggia rovina Ostrava, non vola Bondarenko

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La pioggia, una pista bagnata e delle basse temperatura rovinano il classico meeting di Ostrava (Repubblica), tappa dello IAAF World Challenge.

Riflettori puntati su Usain Bolt, icona dell’atletica leggera, al vero debutto stagionale dopo la sgambata di Nassau e al grande rientro in gara vera sui 200m dopo praticamente due anni di assenza (nel 2014 era rimasto ai box causa infortunio).

Il Campione del Mondo, innervosito da due “stand up” in fase di partenza, è uscito male dai blocchi di partenza (addirittura 24 centesimi il tempo di reazione), ha poi faticato in curva e gli è mancata l’accelerazione nel finale. Il giamaicano è stato terrestre, ma non ha avuto particolari problemi a vincere la gara in 20.15.

Tempo alto per i suoi fantasmagorici livelli (da tarare naturalmente con le condizioni metereologiche) nella disciplina su cui punta maggiormente in questa stagione, senza nascondere velleità di puntare al miglioramento del suo record del mondo (19.19). Secondo lo statunitense Isiah Young (20.35), terzo il greco Lykourgos Tsakonas (20.62).

Il grande rivale Asafa Powell aveva già risposto in precedenza sui 100m, chiusi con un soddisfacente 10.04 viste le condizioni della pista. Isiah Young secondo (10.13), terzo Richard Kilty (10.31).

 

La pedana non ha permesso a Bohdan Bondarenko di volare alle altezze cui ci ha abituato nelle ultime stagioni. Non solo i 2.40 sono lontani, ma è difficile anche il 2.34 (tre nulli). L’ucraino non ha comunque problemi a far fruttare al meglio il suo unico salto pulito della serata: 2.24 e vittoria, perché il ceco Jaroslav Baba e l’ucraino Andriy Protsenko superano sì 2.24 al primo tentativo, ma sono rispettivamente secondo e terzo a causa di errori alle quote precedenti).

C’era tanta attesa anche per il rientro in gara di David Rudisha, primatista mondiale degli 800m, ma il kenyota non ha terminato la prova sui 600m vinti dal polacco Adam Kszczot (1:16.02) davanti all’irlandese Mark English (1:16.14, record nazionale) e al britannico Kyle Langford (1:16.69).

Il Kenya non sforna solo fondisti, ma da due anni può vantare il fenomenale Julius Yego, giavellottista di caratura internazionale e capace di conquistare l’oro ai Giochi del Commonwealth 2014 e di chiudere i Mondiali 2013 al quarto posto. Oggi è arrivata un bel successo con il nuovo record nazionale (86.88), con cui sconfigge i blasonati Thomas Roehler (85.36) e Tero Pitkamaki (83.96), mentre arrivano lontani il padrone di casa Vitezslav Vesely (82.37) e il Campione Olimpico Keshorn Walcott (81.56).

I 5000m sono trionfali per l’etiope Dejen Gebremeskel (13:23.72) che semina l’azero Hayle Ibrahimov (13:26.77) e il belga Abdi Bashir (13:28.07).

Sui 1000m primeggia il polacco Marcin Lewandowski (2:17.25) che con caparbietà ha la meglio della coppia kenyota Asbel Kiprop (2:17.38) e Timothy Kitum (2:17.62).

 

I 400m ostacoli premiano la specialista Zuzana Hejnova (55.13) chiamata a tornare ai suoi grandi livelli pre infortunio. Successo davanti alla connazionale Denisa Rosolova (55.45) e alla sudafricana Wenda Nel (55.47).

Record nazionale per l’israeliana Marharyta Dorozhon che conquista il lancio del giavellotto (63.85) davanti alla slovena Martina Ratej (62.02) e alla cinese Lingwei Li (60.63).

200m (femminile). Vittoria della statunitense Charonda Williams (23.11) sulla giamaicana Kerron Stewart (23.43) e sulla britannica Bianca Williams (23.50).

1500 (femminile). L’ucraina Anna Mishchenko (4:07.09) ha la meglio sull’etiope Besu Sado (4:07.93) e sull’olandese Maureen Koster (4:08.17).

100m ostacoli. Primo posto per la statunitense Sharika Nelvis (12.55) che precede la bielorussa Alina Talay (12.78) e la britannica Tiffany Porter (12.90).

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