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Lotta, Dalma Caneva: “A Baku per una medaglia. Mio marito Chamizo uno spettacolo”

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Dalma Caneva rappresenta da ormai qualche stagione la grande speranza per la rinascita della lotta femminile italiana. Dopo aver dominato nelle categorie giovanili (con tanto di oro agli Europei juniores 2014), l’azzurra è chiamata ora al definitivo salto di qualità anche tra le grandi a poco più di un anno dalle Olimpiadi di Rio 2016. Intanto tra qualche settimana la 20enne ligure, moglie dell’italo-cubano Frank Chamizo, recente vincitore degli Europei U23 di lotta libera nei -65 kg, sarà impegnata ai Giochi Europei di Baku per puntare ad un risultato di prestigio.

Come procede la tua preparazione fisica e ti senti migliorata rispetto allo scorso anno?
Quest’anno la preparazione è andata meglio della passata stagione. Sotto diversi aspetti mi sento davvero migliorata e più completa“.

Una stagione densa di appuntamenti. Si comincia dai Giochi Europei di Baku: cosa ti aspetti? Una medaglia può essere alla tua portata?
Io mi aspetto di salire sul podio, ma come sempre non sarà facile. Bisognerà tirare fuori le unghie e non mollare mai“.

Ai Mondiali, invece, servirà entrare fra le prime 6 per qualificarsi direttamente a Rio: pensi possa essere un obiettivo alla tua portata?
E’ difficile dirlo ora. Potrò farmi un’idea più concreta in base ai risultati degli Europei, anche se ogni gara ha la sua storia“.

Ti senti pronta e matura per giocartela alla pari con qualsiasi avversaria?
Io non ho paura di nessuno, però devo ammettere che c’è ancora qualche avversaria più forte di me. Penso all’ucraina Yulia Tkach, alla russa Valeria Lazinskaya, alla bielorussa Maria Mamashuk ed alla colombiana Jackeline Rentaria Castillo“.

Cosa hai provato quando tuo marito Frank Chamizo è diventato campione d’Europa U23 con l’Italia?
Ho provato un’emozione incredibile, non mi sono mai sentita così contenta. Ero davvero fiera e soddisfatta di lui, avevo il cuore a mille“.

Pensi che tu e Frank, con i vostri risultati, possiate davvero far decollare la lotta italiana, facendo sì che venga più seguita?
Io penso di sì, soprattutto Frank: guardarlo combattere è uno spettacolo“.

La tua è una famiglia di lottatori: tuo fratello Aron sta iniziando ad emergere, ma anche tuo padre è stato un lottatore. Immagino che non parlerete d’altro che di lotta….
A dire la verità ci unisce il fatto di avere tutti lo stesso sogno. Però ammetto che qualche volta parlare sempre di lotta può risultare un po’ pesante“.

Come valuti il movimento della lotta italiana? Pensi che ci siano dei miglioramenti rispetto al recente passato?
Rispetto al passato stiamo disputando molti più stage e gare all’estero e questo secondo me è un grandissimo passo avanti per crescere e progredire“.

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