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L’Oktagon riabbraccia Milano: il gala del combattimento fa tappa al Forum di Assago

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Savate pro, thaiboxe, muai thai e anche kickboxing: sembra poco, eppure su questi basi da 20 anni Oktagon (la prima edizione è del 1995) fa sempre il tutto esaurito. “Abbiamo sempre saputo rinnovarci” sottolinea Carlo Di Blasi, organizzatore dell’evento.

Sabato, infatti, torna la 20esima edizione più famosa del gala europeo degli sport da combattimento che si terrà a partire dalle 18.15 al Forum di Assago: “Ormai è un appuntamento entrato nel cuore sportivo dei milanesi – prosegue Di Blasi -. Un evento che siamo sicuri saprà offrire ancora una volta un grande spettacolo”. Luci, musica, coreografie, grandi ospiti ma soprattutto un «match-making» di 18 incontri coi migliori combattenti internazionali. Saranno trentadue top fighters per 15 categorie di peso complessivo, a regalare una serata di pura adrenalina in più atti. Quattro le fasi che riempiranno le quasi sei ore di show ininterrotto: subito una prima parte dedicata alla Savate Pro, la boxe francese, con due titoli italiani, oltre le finali nazionali di Oktagon nella thaiboxe fight code rules, l’ex K1. Poi la riproposizione di “Made in Thailand”, la sfida tra Italia e Thailandia imperniata sulla tradizionale arte della muai thai.

Qui ci sarà l’ultimo incontro per Sak Kaoponlek, 37enne thailandese più popolare d’Italia (da oltre 10 anni vive nel Bel Paese). Infine i grandi scontri di K-1 rules (kickboxing) del nuovo torneo “Venum Victory World Series”, competizione slam ad eliminazione diretta con semifinali e finali riservate a due categorie di peso più le supersfide di Armen e Giorgio Petrosyan. Il primo dovrà difendere il titolo mondiale Iska di categoria (70 kg) dal giapponese Yasuhiro Kido, mentre il secondo, al debutto assoluto nella manifestazione da cittadino italiano, affronterà il tedesco Enriko Kehl: “Ho sempre combattuto per l’Italia perché mi sentivo italiano; ma adesso sarà diverso perché potrò difendere il tricolore da vero cittadino italiano e sarà emozionante”.

Lorenzo Pardini

 

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Foto da: Lorenzo Pardini

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