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Ginnastica, Europei 2015 – Le pagelle delle Finali: Busnari premiato; Rizzelli pollice su; big straniere fenomeni

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Nel pomeriggio si è disputata la prima parte delle Finali di Specialità agli Europei 2015 di ginnastica artistica. Di seguito le nostre consuete pagelle, rivolte agli italiani e alle migliori atlete straniere.

 

ALBERTO BUSNARI: 10. Che cuore, che grinta, che passione. Questo bronzo non se lo merita solo l’atleta, ma soprattutto la persona. Un uomo tutto d’un pezzo, quasi d’altri tempi. Integro, senza fronzoli per la testa, così meticoloso, preciso, puntuale. Mai una parola fuori posto in pubblico, un esempio da seguire. Un veterano del grande sport azzurro degli anni ’90 e 2000, uno che vinceva le medaglie oltre un decennio va (e anche nell’altro millennio, così giusto per sorridere).

A 37 anni riesce ad acciuffare quell’agognata medaglia continentale che inseguiva da undici anni. Un digiuno che sembrava infinito. Nel frattempo tre quarti posti consecutivi a Olimpiadi, Mondiali ed Europei nel giro di 16 mesi. Roba da Guinness World Record, giusto per citare il librone che ha stampato ben in evidenza la sua serie di Mulinelli. Da esempio a tutto il movimento.

 

MARTINA RIZZELLI: 8. Settimo esercizio consecutivo (nel 2015) senza errori e grosse sbavature. 13.933 parla da sé, alte difficoltà ormai ammaestrate con tranquillità. Aveva già firmato l’impresa qualificandosi alla Finale, oggi si è superata ed è arrivata addirittura quinta! Così ci si riscatta dalle critiche di Sòfia e Nanning (sottoscritto in primis, ma avevo ragione a sottolinearle visto poi il valore effettivo della ginnasta) e si fanno passi in avanti verso la crescita.

Con ampi margini di miglioramento, l’aspetto sempre più importante nello sport. Oggi, con un’esecuzione migliore, poteva addirittura giocarsi la medaglia di bronzo finita al collo della Wevers con un 14.200 che Martina ha nelle braccia. Sarà per la prossima volta, ma l’esame di maturità è ampiamente passato.

 

MATTEO MORANDI: 8,5. Era una Finale di livello mostruoso! Praticamente un Mondiale a cui mancavano solo il Campione Olimpico Arthur Zanetti e un cinese. Il nostro Dog riesce a farsi largo e migliora la posizione rispetto al turno di qualifica. Bellissimo il suo esercizio, lui professionista impeccabile anche nel post-gara, forse meritava qualcosina in più ma davanti hanno viaggiato molto veloce. Con un Petrounias così, Ait Said e Abliazin in gran palla era difficile fare di meglio.

 

DARIA SPIRIDONOVA e REBECCA DOWNIE: 10. A loro va un grazie immenso per uno spettacolo stellare. Un duello sano, vero, spalla spalla: la base di qualsiasi sport, l’agonismo puro, la rivalità che fa bene, che appassiona. Sono tre minuti da usare come spot per l’artistica: Rebecca Downie deve difendere il titolo sugli staggi e piazza un interessante 15.233; la Spiridonova vuole soffiare il titolo alle britannica, sceglie di pareggiarla in difficoltà (astronomico 6.7) e piazza il 15.466 vincente. Prestazioni mondiali.

MARIA PASEKA: 10. I contorni dell’impresa. Non era tra le convocate (inspiegabilmente). Lunedì pomeriggio, però, Alla Sosnitkaya si infortuna durante la prova podio. Miss Rodionenko chiama d’urgenza una delle stelle della Nazionale e lei le regala il titolo continentale al volteggio, con una prestazione magnifica. L’Amanar sfoderato a sorpresa come secondo salto ha messo a tacere tutti.

KSENIIA AFANASEVA. 8. Gran classe, brava a prendersi il bronzo al volteggio, primo podio di specialità per l’ex Campionessa del Mondo al corpo libero. Fa piacere il suo Amanar, esibito dopo tanto tempo.

GIULIA STEINGRUBER: 7. Sarà arrabbiatissima! Voleva a tutti i costi l’oro alla tavola, tris consecutivo in Europa e invece le è mancato per merito di una strepitosa Paseka. Il voto non eccellente se lo darà lei stessa, ma non può abbattersi: è la Reginetta del Vecchio Continente!

SANNE WEVERS: 8. Sfrutta gli errori di Loan His, Maria Kharenkova ed Ellie Downie, vede un buco dietro le due maestre degli staggi e si prende un’insperata medaglia di bronzo alle parallele. Paesi Bassi in festa, con la ginnasta meno prevedibile.

 

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