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Leggenda Immortale: Armin Zoeggeler è bronzo olimpico!

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Da Lillehammer 1994 a Sochi 2014. Vent’anni di Zoeggeler, vent’anni del più grande sportivo italiano di tutti i tempi. Sei Olimpiadi, sei medaglie consecutive conquistate: mai nessuno, nei confini del Bel Paese, era mai riuscito a realizzare un’impresa titanica e apparentemente insuperabile.

Bronzo a Lillehammer, argento a Nagano, oro a Salt Lake City e Torino, bronzo a Vancouver ed oggi a Sochi. Questa la meravigliosa bacheca di un campione infinito, capace di sfidare e sconfiggere il tempo a 40 anni e dimostrare come la classe e il talento non subiscano usura. Mai.

Novello Eracle dei giorni nostri, Zoeggeler ha inseguito per una vita l’immortalità, celebrando oggi l’ascesa all’Olimpo dei grandissimi dello sport mondiale. Tra cinquant’anni, quando si parlerà di slittino, non si potrà non pensare alle epiche gesta del Cannibale.

Secondo oro olimpico consecutivo per il tedesco Felix Loch. Il 24enne campionissimo di Sonneberg ha messo letteralmente il turbo dalla seconda manche, non lasciando scampo agli avversari ed infliggendo 476 millesimi di distacco ad Albert Demchenko. Il 42enne russo torna sul podio dopo 8 anni: anche a Torino 2006 fu argento, in quella circostanza preceduto da Zoeggeler.

L’azzurro, come anticipato, ha colto un bronzo luccicante, anche se il distacco dalla vetta (1″271) lascia capire come lo slittino abbia preso una piega completamente diversa rispetto al passato. Pur senza commettere gravi imperfezioni, anzi rasentando a tratti la perfezione, il fenomeno di Foiana ha accumulato oltre un secondo dal vincitore: un’enormità. In questo sport i materiali continuano a diventare sempre più importanti e, forse, cominciano a contare anche più delle doti di guida degli atleti. La Federazione Internazionale dovrà correre ai ripari per non far sì che in questa disciplina si vinca in fase di laboratorio e ricerca prima ancora che in pista. Non è un caso se lo stesso Loch abbia inflitto 2 secondi al connazionale Andi Langenhan, quarto classificato. Il bi-campione olimpico, infatti, può contare su una slitta preparata ad hoc dal grande Georg Hackl, sulla cui regolarità esiste qualche dubbio (ma senza nessuna prova).

I materiali hanno trascinato in alto la Russia. Oltre all’argento di ‘nonno Albert’, Pavlichenko ha agguantato un quinto posto inatteso alla vigilia, subito davanti all’azzurro Dominik Fischnaller. Il 21enne di Maranza ha concluso in maniera più che positiva la sua prima esperienza a Cinque Cerchi: pur con qualche errorino qua e là nelle quattro discese, ha mostrato la stoffa del campione e, tra quattro anni, sarà certamente uno dei candidati al gradino più alto del podio.

19mo Emanuel Rieder, altra promessa tricolore. Insomma, giovani azzurri crescono nel giorno dell’apoteosi dell’Immortale.

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federico.militello@olimpiazzurra.com

 

 

1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    9 Febbraio 2014 at 22:47

    Si qualche dubbio c’è sulle slitte di Hackl anche perché gli altri nazionali tedeschi godono comunque di tutta la possibilità di test e di tecnologia della nazione teutonica.

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